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giovedì 3 febbraio 2011

GUARDIA NAZIONALE

RICOSTITUZIONE DELLE LEGIONI PER LA SICUREZZA E DIFESA DELLA PATRIA


 PREMESSA STORICA

 

CAIO GIULIO CESARE OTTAVIANO AUGUSTO


Condottiero, privo del genio militare di Cesare, ma che  si dimostrò all'altezza dell'immane compito di pacificare il mondo romano e di riorganizzare lo stato in modo tale da ottenere l'acquiescenza quando non la collaborazione degli stessi avversari. Il suo principato fu, a ragione, celebrato come il periodo più felice dell'Urbe, durante il quale alla floridezza economica si accompagnò una mirabile fioritura nelle arti e nelle lettere"
Quando si comincia a parlare d’Augusto non è possibile farlo se non contrapponendolo a Cesare. Troppo diversi i due in tutto, nel fisico, nel carattere, nell’educazione, nello sviluppo della vita. E' ben difficile trovare un elemento a comune denominatore se non il posto d'onore che essi conservano nella storia romana.
Non è mai accaduto che due uomini usciti dallo stesso ceppo familiare si siano succeduti nel dare opera, con criteri tanto diversi, alla più grande creazione storica che il mondo abbia veduto. 
Alla genialità vasta e possente di Cesare, dà continuità la sagacia, la costanza, la duttilità e l'equilibrio d’Augusto. Entrambi accomunati, però, nello scopo finale, la salvezza e la perpetuità della missione di Roma.

In questa opera li sorregge una straordinaria tensione morale, un fondo di misticismo, comune in tutti i grandi spiriti. Entrambi avevano visto le insufficienze ed i mali dello Stato; la loro diagnosi coincideva perfettamente. Profondamente diversa era la cura.
Cesare operò sempre da solo, come un navigatore solitario.  Augusto credeva nel gioco di squadra, di cui sapeva essere il regista. Cesare non seppe individuare luogotenenti di cui sia rimasta traccia positiva. Augusto, invece, seppe scegliersi collaboratori coi fiocchi di cui guadagnò la devozione completa fino alla fine.
Cesare fu capo di Roma per soli pochi mesi e morì in maniera tragica. Augusto lo fu per 57 anni e morì di una serena vecchiaia fra le braccia della moglie.
Dopo l'uccisione di Cesare, il 15 marzo del ’44 a. C., la lotta politica sembrava limitata al partito cesariano capeggiato da Antonio ed a quello dei congiurati. Arbitro della contesa avrebbe dovuto essere il Senato. L'alternativa era una sola: sconfessare Cesare od i congiurati. Fu trovata una "brillante" soluzione di compromesso: Cesare non era un tiranno e non aveva aspirato al regno, ma per i congiurati fu riscoperta la parola amnistia giacché fu considerato che avessero agito nell'interesse dello Stato. La situazione sembrava normalizzata.
All’apertura del testamento di Cesare, ancora una volta, quel grande Condottiero realizzava la sorpresa. Quale erede, era indicato Caio Ottavio. Chi era costui?
Era nato a Velletri nel 63 a. C. aveva, quindi, poco più di 18 anni. Era pronipote di Cesare, poiché nipote della sorella Giulia. Lo zio lo aveva preso a ben volere e lo aveva voluto con sé in occasione dell'ultima spedizione in Spagna contro i pompeani.
Lo aveva mandato in Epiro a fare esperienza militare in vista della guerra contro i Parti. Era ad Apollonia quando gli giunse la notizia dell'assassinio dello zio. Gli amici lo esortavano ad assumere il comando delle Legioni dell'Epiro ed a marciare contro Roma. I familiari lo scongiuravano di rimanere dov'era e di non abbracciare la politica. Non accettò i consigli della temerarietà e della pusillanimità, scelse una linea d'azione di fermezza. Venne in Italia, da solo, senza minacciare nessuno, ma determinato a far valere i suoi diritti. Giunse a Roma all’inizio di maggio del 44, si incontrò con Antonio chiedendo che fossero convocati i Comizi Curiati che dovevano dare esecuzione alle ultime volontà testamentarie di Cesare e pretese di avere i fondi trovati nella sua casa.
La contesa politica fra cesariani e congiurati diventava sempre più aspra. Ottaviano si rese conto di due cose. La prima era l'inevitabilità di un contrasto con Antonio; la seconda, la sua posizione era, al momento, molto più debole.  Non gli rimaneva che cercare il consenso del popolo. Lo fece con una manovra audace e demagogica.
Antonio si ostinava a rifiutare la consegna del denaro di Cesare? Vendendo propri terreni e facendo cospicui prestiti, Ottaviano si procurò la somma sufficiente a dare esecuzione alla volontà paterna di dare 300 sesterzi ad ogni romano. L'elargizione riscosse l'ampio consenso del popolo aumentando enormemente la fama di Ottaviano. Antonio si rese conto che non poteva più sottovalutare quel ragazzo che, sotto l'aspetto diafano e malaticcio, mostrava d’avere la stessa spina dorsale di Cesare.
Per rafforzare la sua posizione. Ottaviano comprese che vi era un solo mezzo: avere un proprio esercito.  Con un altro gesto di suprema audacia, al di fuori ed al di sopra d’ogni legge, con l'aiuto dei veterani del padre adottivo, riuscì ad arruolare alcune migliaia di uomini ed a costituirsi un proprio esercito. Fu un atto rivoluzionario che diede avvio alla sua potenza.
Lo scontro politico fra cesariani e congiurati si era ormai trasformato in una lotta armata ed il Senato fu costretto a sanare l’irregolare posizione di Ottaviano conferendogli la facoltà propretoria.
Antonio intanto marciava contro Decimo Bruto che si era organizzato a difesa a Modena.  Fu tentata una mediazione da parte del Senato, ma Antonio rifiutò. Il Senato decretò allora lo stato di tumulto e conferì ai due nuovi Consoli ed allo stesso Ottaviano l'incarico di ristabilire l'ordine.
Lo scontro avvenne a Modena. Antonio fu sconfitto e dovette ritirarsi con le sue truppe verso la Gallia Narbonese, inseguito da Decimo Bruto (Aprile 43).
I due Consoli morirono negli scontri. La collaborazione di Ottaviano con gli avversari di Cesare era stata solo d’ordine tattico nell'intento di ridimensionare la potenza di Antonio. Ora era lui in una posizione di grande forza. Si rifiutò di partecipare all'inseguimento d’Antonio ed operò un ulteriore ardimento: i Consoli erano morti, poteva pretendere la carica di Console!
Pochi giorni dopo era a Roma con le sue Legioni a dar peso alla richiesta. Un Senato disorientato ed impaurito dovette eleggerlo Console. Era il 10 agosto del 43. Erano passati 17 mesi dalle Idi di Marzo ed Ottaviano non aveva ancora 20 anni! Il pulcino aveva spiccato il volo!
A Roma Ottaviano, padrone della situazione fece approvare la legge che dichiarava crimine sacrilego l'uccisione di Cesare e decretava la più grave pena per i suoi autori. Era così compiuto quell'atto supremo che lo stesso Antonio non aveva avuto il coraggio di compiere. Era aperta una nuova guerra civile. 
Ed era necessaria anche una riconciliazione con Antonio per ricompattare tutto il partito cesariano e completare la lotta contro i congiurati.
Si incontrò con Antonio e Marco Lepido presso Bologna e stipularono un accordo, noto come secondo Triumvirato. Al fine di riordinare lo Stato, i Triumviri avrebbero avuto poteri straordinari, liberi da qualunque ingerenza del Senato. Si era nel novembre del 43 ed un Senato ormai alla deriva sancì il predetto accordo.
Completata l'eliminazione degli avversari politici inseriti nelle liste di proscrizione, non rimaneva che lo scontro con Cassio e Bruto in Oriente.
Lo scontro avvenne a Filippi.  Bruto si trovò di fronte le truppe d’Ottaviano e riuscì vincitore. Cassio invece subì una grave sconfitta da Antonio e si uccise. Alcuni giorni dopo vi fu un secondo scontro completamente sfavorevole a Bruto che, abbandonato anche dalle truppe superstiti, si uccise. Il merito principale della vittoria andava ad Antonio.  Siamo alla fine d’ottobre del 42 a.C..
Dopo due anni e mezzo, la morte di Cesare era completamente vendicata.
Vi fu ora una nuova ripartizione dei compiti fra i Triumviri. Ad Antonio andò l'Oriente ove maggiori erano le esigenze militari. Ottaviano ritornava a Roma, ove erano prevalenti le esigenze politiche. A Lepido fu concessa l'Africa.
Dal 42 al 31 vi fu un lungo periodo di difficile convivenza tra Antonio ed Ottaviano. Troppo diversi i due per cultura, per stile di vita, per senso dello Stato. In questo scenario s’inserì Cleopatra che fiaccò completamente la personalità e l’energia d’Antonio.
Si arrivò inevitabilmente allo scontro che avvenne ad Azio, in Grecia.
Pur disponendo di una notevole superiorità sia in campo navale sia in quello terrestre, Antonio non ne approfittò. Evidenziava una crescente apatia non riuscendo a decidersi fra una battaglia navale ed una terrestre. Aveva ormai perduto l'antica rapidità di decisione, imparata a fianco a Cesare.
Col tempo decise di combattere sul mare, subendo anche in questo la volontà di Cleopatra. I suoi errori furono in ogni modo molti. Aveva sì 500 navi, ma le aveva costipate entro un golfo dall'angusta bocca.
Il 2 settembre del 31 le navi d’Antonio si mossero per uscire dal Golfo e si ebbe lo scontro.  Lo svolgimento della battaglia non è chiaro, tuttavia fino a mezzogiorno la situazione si mantenne incerta. In quel momento si vide la nave di Cleopatra abbandonare l'area dello scontro e dirigersi verso sud.
Con lei si allontanarono 60 navi egiziane. Assurdamente anche Antonio, abbandonò i suoi e si diresse al seguito di Cleopatra. Fu inevitabile lo scoramento nelle file antoniane. La giornata finì con la perdita o la resa dell'intera flotta. Di fronte ad un così triste spettacolo, anche l'esercito antoniano si arrese. Antonio si suicidò ad Alessandria, seguito, poco dopo da Cleopatra.
Eliminati i congiurati ed Antonio, la pace era ormai completa. Fu chiuso il tempio di Giano che il rito religioso voleva rimanesse aperto in tempo di guerra e che, per sole due volte, era stato chiuso dalla fondazione della città.
Ottaviano aveva 33 anni ed aveva di fronte a se un compito immane: rimettere in ordine uno Stato ingrandito e sconquassato da quasi 20 anni di guerra civile. 
Uno dei primi provvedimenti fu la revisione del Senato, necessaria per i troppi rimaneggiamenti che si erano avuti negli anni precedenti e per l'ormai troppo elevato numero dei suoi membri, giunti quasi al migliaio.
Invitò molti a dimettersi. Poi, per ridurre ulteriormente il numero, scelse 30 Senatori d’assoluta probità. A questi dette il compito di designarne altri 30 e così via fino a raggiungere il numero finale di 600.
Impose poi un nuovo regolamento finalizzato a migliorare il funzionamento del Senato. In particolare impose ammende per le assenze non giustificate, ridusse il numero delle sedute obbligatorie a due il mese, stabilì di trattare gli affari meno importanti con una giunta di Senatori estratti a sorte (Consilium Principes)
Nel 29 il Senato conferì solennemente ad Ottaviano il titolo d’Imperatore, non come appellativo, ma come Prenome, con facoltà di trasmetterlo agli eredi.
Fino ad allora, Ottaviano aveva mantenuto il vecchio assetto costituzionale repubblicano, tentando di migliorarne soltanto il funzionamento.
Egli si rese, comunque, conto della necessità di una nuova Costituzione.
I confini dello Stato romano si erano enormemente allargati, superando l’orizzonte della città-stato per diventare un Impero. Non era più possibile che un tale coacervo di popoli fosse governato da Magistrati romani che cambiavano ogni anno.
Era necessaria una riforma che garantisse uniformità, continuità e stabilità. Occorreva trovare altri istituti più consoni al tempo od allo spazio enorme da governare. Andavano, tuttavia, evitate soluzioni radicali e nette.
Il primo passo fu la sanzione della fine dell’emergenza. Questo fece Ottaviano in una memorabile riunione del 13 giugno del 27 a.C.. Riportiamo le sue parole, pronunciate davanti al Senato "Depongo l'intero potere e vi rendo completamente le armi, le leggi ed i popoli soggetti".
Con questa rinuncia la Costituzione repubblicana ritornava alla sua forma originaria. Ma a questo punto s’inserì la riforma costituzionale, preparata e conseguita con grande sagacia politica e non con la forza. Il Senato pregò Augusto di voler conservare il governo di quelle province che non potevano essere considerate del tutto tranquille. Augusto accettò quest’incarico per 10 anni, acquisendo, in tal modo, un imperium proconsolare.
Con questo provvedimento, si ebbero due categorie di province:
-         la prima, sotto il controllo del Senato che le faceva governare come di consueto da ex Consoli o ex Pretori, inviati annualmente;
-         la seconda (province di confine e non tranquille), controllate da Augusto, per mezzo di propri Luogotenenti che rimanevano in carica per quanto tempo fosse necessario. Si veniva in questo modo a creare una nuova figura giuridica che non era quella del Magistrato, bensì quella dell'alto funzionario regolarmente retribuito. Le Legioni stanziate in queste province, sostanzialmente, facevano capo allo stesso Augusto.
Un altro provvedimento con cui Augusto mantenne e rafforzò i suoi poteri sostanziali, mascherandoli con la rinuncia a poteri formali, si verificò nel 23 a.C. quando rinunciò al Consolato, incarico troppo appariscente, facendosi dare la "tribunicia potestas", incarico più defilato ma con grandi poteri, specie per la facoltà di veto nei riguardi di tutte le iniziative del Senato. 
Augusto aveva il potere più assoluto pur mantenendo inalterato l'edificio costituzionale nella sua antica costruzione. In sostanza fu creata una forma di diarchia (sovranità divisa fra Augusto e Senato).
Mentre Cesare aveva combattuto ed umiliato la vecchia classe dirigente, Augusto, nel suo intento restauratore delle antiche virtù, si appoggiò alla vecchia aristocrazia tentando anche di coinvolgerla nel governo di province.
L'infiacchimento del carattere, prodotto dal benessere e dagli agi possibili a seguito della ritrovata funzionalità e prosperità dello Stato, indussero però nell’aristocrazia comportamenti e sentimenti apatici che non le consentirono di raccogliere gli stimoli forniti da Augusto. In questo modo l'aristocrazia comincerà a segnare quel declino che sarà poi decretato definitivamente dalla rivoluzione francese 18 secoli dopo.
Di fronte all'apatia dell'aristocrazia, Augusto, dovrà rivolgersi all'ordine equestre e plebeo per trovare i funzionari ed i burocrati necessari a far funzionare la complessa macchina imperiale. A questi ordini appartenevano il plebeo Agrippa ed il cavaliere estrusco Mecenate. L'ordine instaurato da Augusto favorendo traffici e commerci agevolava proprio quella classe intermedia dell'ordine equestre, attiva, dinamica e produttiva, che formerà poi la base della borghesia.
Questa grande riforma dell’Amministrazione dell'Impero, con l’impiego di personale a carattere permanente, darà corpo a quella che poi sarà la burocrazia. 
Un altro settore cui Augusto conferì particolare importanza fu il riordinamento delle sue Forze Armate (esercito e marina), adottando un significativo “Nuovo Modello di Difesa”. 
Il numero delle Legioni discese da 50 a 28 e poi a 18 (le soppressioni non sono provvedimenti solo di questi anni), ma l'esercito diventò, per la prima volta nella storia del mondo antico, una grande istituzione permanente.
Fino ad allora i soldati, coscritti e/o volontari, erano arruolati volta per volta per fronteggiare una determinata necessità. Augusto si rese conto che, per la conservazione del territorio imperiale, era necessaria una permanente presenza di forze armate anche per evitare assalti e danni, specie alle province periferiche, prima che si riuscisse a costituire ed a far accorrere un esercito raccolto con i metodi repubblicani.
In questo modo si realizzava anche un secondo importante risultato di ordine spirituale: assegnando all'esercito finalità chiare ed onorevoli, si restituiva ad esso un ideale ed una moralità.
Ormai i Comandanti di questo nuovo esercito potevano rivolgere ai subordinati ben più alte parole richiamando il dovere del servizio al Paese piuttosto che le promesse di terre, di denaro e di bottino.
Proprio in virtù di questa nuova dimensione spirituale, si dovette al nuovo esercito permanente, costituito da Augusto, se per altri quattro secoli i barbari non riuscirono mai a valicare in modo irreparabile e definitivo le frontiere dell'Impero.
Le Legioni, come già detto, erano stanziate nelle province imperiali e poste alle dirette dipendenze dei Governatori in modo da tenere riunito il potere civile e quello militare. 
Augusto regolò ed aumentò notevolmente il reclutamento d’ausiliari disponendone la dislocazione, accanto alle Legioni, ai confini dell'Impero. Al termine del periodo di servizio, essi ricevevano la cittadinanza romana.
Una novità non del tutto positiva, introdotta da Augusto, fu la costituzione di Coorti Pretorie, quelle guardie del corpo che dovevano svolgere una così nefasta parte sotto i suoi successori. In totale, furono costituite nove di queste Coorti di cui tre stanziate a Roma e sei nelle altre residenze imperiali.
Cesare ed Augusto sono accomunati da una stessa intuizione: il valore della propaganda.  Cesare, in sintonia con la propria personalità o per mancanza di tempo, fece tutto in proprio. I suoi Commentari scritti per le campagne di Gallia e per la guerra civile, diramati e diffusi man mano che venivano scritti, rispondono pienamente a questa logica.
Augusto perfezionò il sistema facendo un ulteriore passo avanti. Non la propaganda personale, diretta ed immediata come quella di Cesare, ma una propaganda più sottile, più pervasiva, più subdola e quindi maggiormente efficace e persistente, realizzata soprattutto attraverso il controllo della cultura (o, come si direbbe oggi, dell’intellighenzia).
Per realizzare ciò Augusto si avvalse di un collaboratore d’eccezionale valore e lealtà, Mecenate. Questi fu, infatti, il suo grande Ministro della propaganda e della cultura ed il grande finanziatore di tutte le manifestazioni culturali, specie in campo letterario.
Grazie a ciò vi fu una fioritura di scrittori e poeti immortali (Virgilio, Orazio, Ovidio, Lucrezio, Properzio, Catullo, Tibullo, Tito Livio). Fu l'età d'oro della letteratura latina. Sorsero molte case editrici. La stampa non era ancora stata inventata, ma le principali opere uscivano in edizioni di cinque o diecimila copie, tutte scritte a mano dagli schiavi, ed andavano esaurite in pochi mesi. La società romana, da guerriera ed incolta, si fece sempre più salottiera e raffinata.
Nella riorganizzazione dell'Impero, Augusto tenne molto a conservare la posizione di privilegio dell'Italia, ormai tutta parificata a Roma nei diritti e ben distinta dalle province.  Anche per questo fu molto parsimonioso nel concedere la cittadinanza romana ai sudditi delle province, differenziandosi da Cesare che, invece, aveva il disegno di un livellamento generale in tutta l'estensione dello Stato romano.
Inoltre, ad Augusto parve opportuno e giusto imporre anche ai cittadini romani la partecipazione alle spese dell'Impero.  Si può immaginare quanta resistenza suscitò la reintroduzione di tasse dopo che per secoli i cittadini romani n’erano stati esentati.
Fu poi avviato un poderoso programma di lavori pubblici a Roma sia per accrescerne il decoro, sia per dare lavoro ad una massa di disoccupati.
Roma  diventò un grande cantiere.  Furono costruiti il grande Mausoleo dell'Ara Pacis, il teatro Marcello (dedicato al nipote deceduto), le basiliche Giulia ed Emilia nel Foro romano ed avviata la realizzazione del Foro d’Augusto. Furono coinvolti anche i privati ed in questo quadro rientra la costruzione del Pantheon voluta da Agrippa.
Augusto vedeva un grosso pericolo, per la preservazione della romanità, nella diminuzione del numero dei cittadini romani dovuta alla scarsa natalità. 
I romani avevano abbandonato l'antica severità dei costumi dandosi, frequentemente, ad una vita di sregolatezze.  Specie nelle classi abbienti, si preferiva un celibato godereccio alle preoccupazioni ed alla responsabilità di una famiglia. Si riducevano, quindi, i matrimoni ed il numero dei figli.
Contro questo dilagante fenomeno antisociale ed antidemografico, Augusto fece approvare due specifiche leggi ("de adulteris et de pudicitia" e "de maritandis ordinibus"). Con la prima, l'adulterio, da problema privato, diventava reato pubblico. La seconda legge era ancora più restrittiva della libertà del cittadino romano. Sostanzialmente, i cittadini delle classi abbienti furono obbligati a contrarre matrimonio con persone “convenienti” per età e grado sociale. Inoltre, le famiglie furono incoraggiate ad avere una prole numerosa. Il celibe, infatti, non poteva ereditare o ricevere legati, era escluso dagli spettacoli pubblici ed era penalizzato nell'assegnazione d’incarichi pubblici. Benefici di carriera erano concessi agli sposati ed erano commisurati al numero dei figli.
Questi provvedimenti contribuirono a rallentare quel processo disgregatore dei costumi cui si stava avviando una società romana giunta ormai a contatto con il lusso e con i piaceri sfrenati, caratteristici delle società orientali.
Durante il suo Impero, Augusto acquisì la Mesia, la Pannonia (attuale Ungheria), il Norico, la Rezia, tutto l'arco alpino e l'area fra il Reno e l'Elba.
Queste conquiste, tuttavia, non furono il risultato di una strategia espansionistica, ma dettate dalla necessità di meglio garantire le possibilità di difesa dell'Impero. Augusto era convinto che l'Impero romano si sarebbe mantenuto forte fino a quando avesse incentrato la sua potenza sul mondo mediterraneo. Uno sbilanciamento verso il mondo germanico od orientale avrebbe contenuto in sé i germi della dissoluzione.
Stabilizzò la frontiera orientale definendo con grande abilità politica le relazioni con il regno dei Parti, con i quali si erano scontrati, con esito negativo, prima Crasso e poi Antonio.
Diversa era, invece, la sua valutazione circa la frontiera settentrionale. La sicurezza dell'Italia del nord (allora chiamata Gallia Cisalpina), ormai diventata parte integrante ed irrinunciabile dello Stato romano, non poteva essere conseguita senza il possesso non solo dell'intera catena alpina, ma di tutta l'area successiva fino a raggiungere il corso superiore del Danubio. Questo fiume doveva costituire il confine dell'Impero. A tal fine occorreva inglobare le attuali regioni del Tirolo superiore, della Baviera e della regione orientale della Svizzera.
L'operazione fu affidata ai due giovani figliastri d’Augusto, Tiberio e Druso, di 26 e 22 anni. Fu concepita e realizzata un'audace ed ampia manovra avvolgente. Druso operò frontalmente da sud verso nord lungo la valle dell'Adige, mentre Tiberio mosse dalla Gallia per minacciare il fianco e il tergo dell’avversario. La manovra, condotta negli anni 16 e 15 a.C., assicurò il saldo possesso delle Alpi orientali. Successivamente fu acquisita la Pannonia.
Per completare la linea di confine settentrionale era necessario allontanare ulteriormente la minaccia dei Germani, spostando in avanti la linea di confine del Reno fino all'Elba. La linea di confine Elba-Danubio era, inoltre, più corta di quella Reno-Danubio.
Fu concepita anche in questo caso una manovra avvolgente e, si potrebbe dire oggi, interforze, prevedendo:
-         una penetrazione frontale, via terrestre, dal Reno verso l'Elba;
-         un aggiramento da nord, per via marittima, lungo il Mar del Nord.
L'intera operazione fu affidata a Druso e fu compiuta in tre anni dal 12 al 10 a.c..
La conquista dell'Elba segnò anche la fine del giovane Druso. Al rientro da Roma ove era stato onorato con una "ovatio", si spezzò il femore in una caduta da cavallo e morì anche a causa delle inadeguate cure ricevute.
Le frontiere settentrionali continuavano, comunque, ad essere minacciate e, nella loro protezione, rifulgeranno le alte qualità militari e diplomatiche di Tiberio.
Nonostante questi grandi servigi resi al Paese ed all'Imperatore, Tiberio si rese conto di non riscuoterne la simpatia. Era, inoltre, amareggiato per il frivolo e deplorevole comportamento della moglie Giulia, figlia d’Augusto.
Superando anche la contrarietà di Augusto, Tiberio si ritirò nell'isola di Rodi ove rimarrà in esilio volontario per sette anni.  Era il 6 a.C. ed Ottaviano cominciava a vedere il vuoto intorno a sé. Due anni prima, infatti, era morto Mecenate. La solitudine e l’incipiente vecchiaia rendevano sempre più impellente la scelta di un successore, anche perché egli non aveva figli maschi.

Una maledizione sembrava accanirsi verso tutti i possibili candidati. In circostanze più o meno chiare erano, infatti, morti il nipote Marcello, figlio della sorella Ottavia, il caro compagno Marco Vipsanio Agrippa, Druso il fratello minore di Tiberio.
Durante il periodo d’esilio di Tiberio, vennero a mancare anche i nipoti Lucio e Caio. I guai familiari d’Augusto non erano ancora terminati. 
Dopo l'abbandono da parte del marito Tiberio, la condotta della figlia Giulia era diventata, se possibile, ancora più dissennata. Ella era diventata anche un'arma in mano ad avversari politici specie dopo la vigorosa campagna moralizzatrice avviata a seguito dell'adozione delle leggi di cui si è parlato.
Augusto ne fu informato e finalmente aprì gli occhi. Provvide ad esiliare la figlia nell'isola laziale di Ventotene.
La scomparsa dei figli adottivi e la triste rivelazione dei trascorsi di Giulia indussero Augusto a riconsiderare la figura di Tiberio, rimasto ormai unico erede al trono ed unico sostegno per l'ulteriore cammino terreno. Tiberio tornò e fu adottato come figlio ed associato ad Augusto nella conduzione dell'Impero.
Tiberio fu rispettoso del suo ruolo, compiendo qualunque azione nel nome d’Augusto. Aveva un’esperienza politica e militare di primo ordine, specie per quanto riguarda la conoscenza delle situazioni germaniche e danubiane, Riscuoteva ampia e meritata fiducia tra i soldati. 
Nell’anno 10 a.C. giunse notizia che tre Legioni romane erano state distrutte in una battaglia nella foresta di Teutoburgo. Le comandava il Legato imperiale Varo, tratto in inganno e tradito da un Capo germanico, Arminio. La notizia dell'eccidio produsse a Roma un’angosciosa impressione.
Tiberio accorse subito nell'area, ma, in ubbidienza alle direttive imperiali, si dette solo a rafforzare le linee difensive ed a risollevare il morale delle truppe.
Nell'estate del 14 d.C. per sfuggire alla calura romana, Augusto si recò in quelle terre ed in quelle isole campane che aveva sempre preferito ad ogni altro Paese per i suoi brevi riposi. Si recò a Benevento per salutare Tiberio in partenza per l'Illiria. Al ritorno si aggravò e dovette fermarsi a Nola. Qui fu raggiunto da Tiberio. Riuscirono a discutere lungamente per un intero giorno, da soli, per quello che è stato chiamato "il testamento orale". Non lo avevano mai fatto nei lunghi anni precedenti. Il giorno dopo, il 19 agosto del 14 morì, con una morte tranquilla, nelle braccia della moglie. Aveva 76 anni.
Aveva completato l'opera del prozio, dando solide fondamenta ad uno Stato che con Tiberio si chiamerà esplicitamente Impero e si protrarrà per quattro secoli.
Coincidenza forse non singolare volle che, durante l'Impero d’Augusto, nascesse Gesù Cristo. Nacque a Betlemme in una grotta ove si erano riparati per la notte Giuseppe e Maria, in viaggio per un censimento ordinato proprio da Augusto.  Coincidenza, si diceva. Nel momento in cui un Imperatore avvia a definitivo consolidamento un Impero materiale che sopravviverà per quattro secoli, nasce Colui che avvia a costituzione un Impero morale e spirituale che dura ancora oggi e che, sul piano temporale prima e spirituale poi, raccoglierà l'eredità di Roma continuando a farla considerare, sia pure con diverse finalità e sotto un altro profilo, uno dei fari più splendidi della civiltà umana.
Augusto può essere considerato "l'Imperatore della pace". Il suo fu un periodo aureo per la storia di Roma.
Cesare aveva abbozzato. Solo un uomo di genio avrebbe potuto completare l'opera. E tale fu indubbiamente Augusto che certo non possiede lo splendore istantaneo del Condottiero, ma è sicuramente dotato dell'elevato spessore del grande uomo di governo.  Ed a ben vedere, la prudente assennatezza, l'accorta vigilanza e l'agile flessibilità d’Ottaviano, sulla lunga distanza del tempo, furono più utili della baldanzosa bravura e dell'alta genialità di Cesare. Fu Imperatore per 44 anni e, prendendo in considerazione anche il periodo del consolato, fu Capo di Roma per circa 57 anni. Di tutti gli altri grandi, solo Ramses II e Francesco Giuseppe II d’Austria lo hanno superato per longevità d’esercizio del supremo potere.
Fu un funzionario d’amplissime vedute che seppe creare un apparato politico di rara precisione, poggiante sopra solide fondamenta economiche.
Non era un trascinatore di folle come Cesare, ma gli era certo superiore quanto ad intelligenza politica. Iniziò la sua carriera in mezzo al caos ed all'anarchia e dopo 57 anni, morendo, lasciò un Impero consolidato sotto ogni profilo.

Con Augusto indubbiamente Roma raggiunge il culmine della sua storia politica, sociale e culturale.  La vecchia costituzione repubblicana appare formalmente immutata mentre si è compiuta la più radicale e profonda delle trasformazioni. Comincia la nuova ed ultima fase della storia di Roma, quella dell’Impero. Ed il seguito di questa storia non sarà mai più così bello com’è stato, grazie ad Augusto, il suo inizio.






Che splendida pagina della nostra storia! Essa ci trasporta in un mondo quasi dimenticato dove l’impossibile diventa possibile, dove un uomo giovanissimo ed inesperto, finanche gracile nel fisico, nonostante le spaventose difficoltà dovute al contesto socio-politico, riesce in un’impresa quasi disperata, dove con un gesto e niente altro che un gesto, rinuncia ad una parte dei poteri, nell’anno 27 a.C.,  dichiarando in un lungo  discorso al Senato, di voler restituire la sovranità ai soggetti, che secondo la costituzione repubblicana ne erano titolari.
Orbene anche oggi la nostra Costituzione enuncia all’art.1, in quelli che sono i principi fondamentali e inviolabili, in quello che viene definito il “nucleo duro” della Costituzione, che : “ la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della costituzione”,dimenticando che nessun limite può essere anteposto alla sovranità del popolo.  Essa deve essere riconosciuta a quella persona vivente, a quel complesso di persone alle quali “ l’ordinamento giuridico con le sue regole sulla organizzazione dello stato e sull’attribuzione dei poteri, conferisce istituzionalmente il potere supremo di decidere per lo Stato”.
Eppure, a ben guardare, sembra che la sovranità, insieme al popolo che la esercita ed al territorio su cui il popolo vive, nonostante siano “elementi essenziali “ dello stato, senza la cui presenza non potrebbe esistere uno stato, abbia smesso di essere esercitata dal popolo.
Dopo lunghi anni di ricerche, principalmente introspettive, ed una attenta osservazione degli eventi che ormai in questi ultimi tempi, stanno precipitando,  tutto mi è apparso più chiaro. Ho la piene consapevolezza che ancora una volta sull’italica terra incombe l’oscuro volto di una guerra civile, non combattuta con le armi in campo aperto, -almeno per ora- ma in modo più subdolo ed infido e forse per questo ancora più truce.
La tanta sbandierata sovranità del popolo è stata profondamente snaturata, minata nella sua essenza più intima, resa il paravento dietro cui si nascondono biechi politicanti che hanno utilizzato per il proprio scopo quello che è di ogni popolo lo scopo più alto, il potere di decidere, con l’intento ormai non più nascosto di restare abbarbicati alle proprie poltrone ed a potere che ne deriva, come edera ai muri. E’ arrivato il momento che il popolo sia realmente sovrano,  che si   riappropri in pieno della sua prerogativa e che la usi per raggiungere i propri obiettivi e non gli sporchi scopi di una banda di bugiardi, approfittatori ed opportunisti. Io, come Ottaviano, sono lo strumento con cui il popolo deve tornare ad essere l’unico artefice del proprio destino.
Ho studiato a fondo il significato della parola popolo, mi sono chiesto chi è il popolo? Esso è l’elemento umano che all’interno  dello Stato ha un “ nomen iuris “ che è quello di popolo, che sta a designare la comunità  di tutti coloro alla quale l’ordinamento giuridico assegna lo “ status” di cittadino. Ed è proprio da questo status che deriva una serie di situazione giuridiche  che pongono in maniera esclusiva  i cittadini in relazione con lo Stato, in contrapposizione  ai “ non cittadini”, indicando con questa definizione tutti gli stranieri e gli apolidi che proprio per questa mancanza di status  sono esclusi dal godimento di diritti di natura tipicamente politica e dall’inosservanza di alcuni doveri, anch’essi di natura squisitamente politica.
Presupposto per l’acquisto di qualità di cittadino è la comunanza di certi valori ed interessi materiali e spirituali che valgono a distinguere  una comunità statale da un’altra, ad imprimerle, cioè una particolare fisionomia, naturalmente sia nei suoi aspetti positivi che in quelli negativi.
Uno Stato esiste fino a quando fra i suoi cittadini  vi sia:
 “l’idem sentire de re pubblica”, permanga cioè il vincolo associativo che li faccia sentire partecipi della comunità.
Adesso dopo questa puntualizzazione è doveroso effettuarne una successiva per tutti quelli che leggendo questo scritto possano scandalizzarsi, e per tutti quelli che vogliono spalancare le nostre frontiere. Alcune norme  contenute nei principi fondamentali  e nella parte I della Costituzione Italiana riservano ai soli cittadini un trattamento  giuridico che ne assicuri la pari dignità sociale e l’eguaglianza formale  e sostanziale, il diritto al lavoro e le libertà di circolazione e soggiorno, di riunirsi e di associarsi.
A ben vedere la nostra Costituzione parla chiaro,  fa riferimento ai cittadini, non a tutti quelli che vedono questo Stato come la loro isola felice.
Dopo aver messo in luce sia il mio concetto, che quelle che sono le definizioni costituzionali di popolo e cittadini, è necessario distinguere da essi il concetto di Nazione. La Nazione designa una entità etnico-sociale caratterizzata dalla comunione di razza, di lingua, di cultura, di costumi, di tradizioni, di religione fra coloro che la compongono. Questa entità, oltre ad escludere ogni visione particolaristica, preesiste allo Stato  e ne costituisce una delle basi sociologiche che ne promuove la formazione come gruppo sociale assicurandone la permanenza nel tempo. Sono insomma i valori nazionali a determinare il senso del “ voler  – vivere  collettivo “.
Volano alti questi concetti, sembrano aquile nel cielo terso,  si elevano dallo squallore quotidiano dove da decenni li hanno fatti sprofondare denudandoli di tutta la loro magnificenza. Pian piano, ognuno di noi non li ha più sentiti propri, ha smesso di viverli, ha finito per non sentirsi più parte di essi, ha smarrito quel senso di appartenenza che nel corso dei secoli ha visto i nostri avi lottare fino al sacrificio più nobile, la propria vita per essere sempre più Italiani.
Ho deciso  che  non voglio continuare a essere un numero, un entità astratta che subisce senza reagire, una vittima senza più voce. Ho preso consapevolezza che lo Stato non è una istituzione lontana da me, a cui rivolgermi quando ne ho necessità, lo Stato sono io e tutti quei milioni di cittadini che di esso ne sono parte. Non devo aspettare che qualcuno lotti per me, devo farlo io per me stesso e per i miei figli, per i miei connazionali, accanto a tutti quelli che come me riconoscano di esserne una parte. Tutti quelli che con me vogliono un futuro diverso, dove da dominati, possano finalmente sentirsi uguali tra uguali, artefici finalmente del proprio destino.
Noi non prendiamo ordini dallo Stato perché noi siamo lo Stato.  
Italiani, questa crisi endemica che ci ha portato alla disperazione e alla morte spirituale, deve essere sconfitta, affinché si possa risorgere come fenici dalle proprie ceneri ed in questo anche la nostra Costituzione ci viene in aiuto: “ la difesa della Patria è  sacro dovere del cittadino “ (art.52 Cost.). Il significato che dobbiamo dare a quest’articolo è molto più ampio. La Patria deve essere difesa dagli attacchi esterni, ma anche da coloro che l’attaccano dall’interno come un cancro. Siete pronti alla sua difesa?
Grande Italia, tu sei fatta da tutti quei discendenti che hanno dato la vita per tefai sentire la tua voce tonante, richiamali all’ordine,  fai sentire in loro quel fremito che è vita, che sentano ancora una volta l’orgoglio di essere Italiani.         
Ed ancora una volta, il cielo italico vedrà volare l’aquila dei Cesari ed il mondo vedrà  la potenza,lo splendore di Roma, Imperiale ed eterna. E che ciò si avveri con l’aiuto di DIO


Come Cesare con le sue Legioni fermò i Galli di Vercingetorige, noi fermeremo i nuovi barbari.

Essi, ancora una volta, troveranno la potenza delle Legioni di Roma ad annientarli. Chiunque, oltraggerà  la  GRANDE ITALIA, sarà trascinato, in ceppi e catene, al cospetto della ROMA IMPERIALE ED ETERNA, quindi i loro corpi smembrati ed inceneriti, e le loro ceneri disperse nelle sacre acque del Tevere.

Oggi  vengono ricostituite le Legioni, in difesa della Patria.

Con l’aiuto di Dio e per volontà del popolo Italiano.

XXVIII october MMX d.C.



 
LEGIONI per la difesa della PATRIA

Descrizione generale Attiva dal  753 a.C. -  al 476 d.C   dal 2010 d.C.
 Nazione Antica Roma  oggi Repubblica Italiana
 Tipo Forza Armata terrestre di Sicurezza Nazionale
Guarnigione/QG Castra legionari lungo il limes
Patrono Marte dio della guerra oggi DIO Padre Onnipotente
Motti Divide et impera -  Nemo potuti infine lacesse
 Colori porpora  - bianco – giallo oro
 Anniversari 21 aprile oggi 28 ottobre
Decorazioni Dona militaria
Ordine di attacco "SIGNA INFERRE"


Onori di battaglia
Trionfo,
Ovatio,
Spolia opima,
Cognomina ex virtutee della Repubblica e, in seguito, dell'Impero, la legione è stata a lungo considerata un modello da seguire in efficienza militare e potenzialità tattica.
La legione romana (dal latino legio, derivato del verbo legere, "raccogliere assieme") e l'unità militare di base dell'esercito romano moderno
E assimilabile ad una grande unità complessa odierna, di rango variabile tra una brigata ed una divisione, ma soprattutto riunisce  in sé, attorno ai reparti dell'arma base, la fanteria, altri reparti specializzati come cavalleria, esploratori e genieri ed e relativamente autonoma sul piano logistico. Normalmente e stanziata in una provincia, di cui ha la responsabilità della sicurezza e della difesa militare. Nella storia di Roma, l'esercito poté contare su oltre 60 legioni al termine della guerra civile tra Ottaviano e Marco Antonio,[1] e su un minimo di 25 agli inizi del principato. Nel passaggio dalla Repubblica all'Impero l'esercito, e con esso la struttura della legione, venne ristrutturato profondamente.Oggi per la difesa della Patria , riassume gli schemi iniziali con gli accorgimenti dell’età moderna.

Legioni rinumerate con data di fondazione XXVIII october MMX d.C.

  • Legio I Grande Italia
  • Legio I Resurrezione
  • Legio I Risorgi Italia
  • Legio I Invitti III Armata Liberatrice
  • Cohors Praetoria I
  • Cohors Praetoria II
  • Cohors Praetoria III
  • Cohors Praetoria IV
  • Cohors Praetoria V
  • Cohors Praetoria VI
  • Cohors Praetoria VII
  • Cohors Praetoria VIII
  • Cohors Praetoria IX

                                                            





NUMERAZIONE DELLE LEGIONI RIFONDATE

  • Legio I Augusta o Germanica
  • Legio I Adiutrix
  • Legio I Minervia
  • Legio I Parthica
  • Legio I Padua liberatix
  • Legio II Adiutrix
  • Legio II Augusta
  • Legio II Italica
  • Legio II Parthica
  • Legio II Traiana Fortis
  • Legio III Augusta
  • Legio III Cyrenaica
  • Legio III Gallica
  • Legio III Italica Concors
  • Legio III Parthica
  • Legio IV Flavia Felix
  • Legio IV Macedonia
  • Legio IV Scythia
  • Legio V Alaudae
  • Legio V Macedonia
  • Legio VI Ferrata
  • Legio VI Victrix
  • Legio VII Claudia Pia Fidelis
  • Legio VII Hispana
  • Legio VIII Augusta
  • Legio IX Hispana
  • Legio X Fretensis
  • Legio X Gemina
  • Legio XI Claudia Pia Fidelis
  • Legio XII Fulminata
  • Legio XIII Gemina
  • Legio XIV Gemina
  • Legio XV Apollinaris
  • Legio XV Primigenia
  • Legio XVI Gallica
  • Legio XVI Flavia Firma
  • Legio XVII Gemina Felix
  • Legio XVIII Gemina Felix
  • Legio XIX Gemina Felix
  • Legio XX Valeria Victrix
  • Legio XXI Rapax
  • Legio XXII Deiotariana
  • Legio XXII Primigenia
  • Legio XXX Ulpia Victrix


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Basi permanenti centro nord Italia

Legioni rifondate in data XXVIII october MMX d.C




I LEGIONE GERMANICA (o Augusta)

Fondazione: 48 aC da Giulio Cesare. Sollevata in Italia. Anche eventualmente sollevati da Pansa, console nel 43 a.C. Aiuta Ottaviano contro Antonio.
Emblema: il toro, come tutte le legioni di Cesare.

Basi permanenti:
  1. 9 AD agrippinensis Colonia (Colonia, Germania)
  2. 28 AD Bonna (Bonn, Germania)

Eventi:
  • 48 aC: campagne con Cesare nella guerra civile a Durazzo e Pharsulus
  • 46-45 aC: Hispania: contro gli eserciti di Pompeo, tra cui la battaglia di Munda.
  • 43-42 aC: Battaglie di Mutina (43 aC) e Phillippi in Italia (42 aC) con Ottaviano contro Antonio.
  • 38-36 aC: campagne contro Sesto Pompeo, soprattutto in Sicilia.
  • 25-13 aC: Hispania, la campagna contro i cantabrici. Guadagna la Cognoment Augusta (riconoscimento), ma la perde successivamente per comportamento sleale e alcuni ammutinamenti.
  • 9-69 dC: Germania. Durante lo stazionamento in Germania guadagna l'onorificenza Cognoment Augusta sotto il comando di Druso e Germanico.
  • 69 dC: Supportò Vitellio nella sua rivolta contro Galba. Successivamente venne sciolta e mai ricostituita.

I LEGIONE ADIUTRIX ( più tardi Pia Fidelis "leale e fedele")

Fondazione: Creata da Nerone nel 66 AC, ma Nerone morì prima della sua accettazione formale. Formalmente istituita da Galba nel 69 dC.
Emblema: Il Capricorno.

Basi permanenti:
  1. 70-86 dC: Moguntiacum, Germania (Mainz, Germania)
  2. 86-100 AD: Brigetio, Pannonia (Szhony, Ungheria)
  3. 100 - 108 dC: Apulum, Dacia (Alba Iulia, Romania)
  4. 108-440 dC: Brigetio, Pannonia (Szhony, Ungheria)

Eventi:
  • 69 dC: Battaglia di Bedriaco (guerra civile a sostegno di Ottone).
  • 86-90 dC: Daci / campagne Sarmati.
  • 96 dC: Prende il nome di Pia Fidelis da Traiano per forzare Nerva ad accettarlo come imperatore.
  • 101-106 dC: le guerre dei Daci.
  • 113-117 dC: spedizione contro i Parti.
  • 166-180 dC: le guerre Marcommane.
  • 193-195 dC: la guerra civile a sostegno di Settimio Severo.
  • 215-217 dC: spedizione contro i Parti.
  • 236-237 dC: guerra contro i Daci.
  • 244 dC: contro i Persiani.
  • 259 dC: Difesa dell'Italia contro gli Alemanni.

I LEGIONE ITALICA

Fondazione: Creata da Nerone nel 66 dC per la sua spedizione contro gli Albani lungo il Mar Caspio, che però non ebbe mai luogo.
Emblema: Il cinghiale.

Basi permanenti:
  1. 68-69 dC: Lugdunum, Gallia (Lione, Francia)
  2. 69 - 5° secolo dC: Novae (vicino a Svishtov, Bulgaria)

Eventi:
  • 69 dC: prima e seconda battaglia di Bedriaco (guerra civile, in sostegno di Vitellio).
  • 86-90 dC: Campagne contro Daci e Sarmati.
  • 101-106 dC: le guerre dei Daci.
  • 166-180 dC: le guerre Marcommane.
  • 190 dC: Costruisce le fortificazioni "Limes Transalutanus" lungo il Danubio e Olt.

I LEGIONE MACRIANA LIBERATRIX ( "liberatori di Macro")

Fondazione: Formata da Lucious Clodius Macer, il governatore ribelle d'Africa, nel 68 dC, per essere usata contro Nerone.
Emblema: sconosciuto.

Eventi:
  1. 69 dC: Galba, diffidente nei confronti di Macer e la sua nuova legione, ordinò la morte del comandante della legione e la fece sciogliere.

I LEGIONE MINERVIA (poi Pia Fidelis "leale e fedele")

Fondazione: Formata da Domiziano nel 82-83 dC, così chiamata in onore della sua dea preferita, Minerva.
Emblema: Minerva o/e di un ariete.

Basi permanenti:
  1. 83 - 5° secolo dC: Bonna (Bonn, Germania)
  2. In servizio in varie stazioni di tutta la Germania. Durante il regno di Settimio Severo (193-211), staziona anche come guarnigione a Lugdunum, Gallia (Lione, Francia).

Eventi:
  • 89 dC: supporta Domiziano contro la ribellione di Saturnino in Germania guadagnandosi il nome di Flavia Pia Fidelis. Flavia è il nome della famiglia di Domiziano.
  • 101-106 dC: combatte nelle guerre in Dacia di Traiano, successivamente va sotto il comando diretto del futuro imperatore Adriano.
  • 162-166 dC: al servizio nelle campagne partiche di Lucio Vero.
  • 193-195 dC: Supporta Settimio Severo nella guerra civile.
  • 260-274 dC: combatte nelle guerre separatiste galliche.
  • 351-353 dC: fu sconfitta dai Franchi ed a Bonna venne distrutta, ma ritornò pochi anni dopo, rimanendo fino al 5° secolo.

I LEGIONE PARTHICA

Fondazione: Fondata nel 197 dC da Settimio Severo per la sua campagna contro i Parti.
Emblema: sconosciuto.

Basi permanenti:
  1. 197-360 dC: Singara, Mesopotamia (Sinjar).
  2. 360 - Cent 5. AD: Nsibis, Mesopotamia.

Eventi:
  • 197-198 dC: Campagna contro i Parti.

II LEGIONE ADIUTRIX (Pia Fidelis)

Fondazione: Creata nel 67 da Nerone, ma formalmente accettata da Vespasiano nel 70 dC. Reclutata a Ravenna.
Emblema: il Capricorno e il Pegaso.

Basi permanenti:
  1. 71-77 AD: Lindum, Brittania (Lincoln)
  2. 77 - 87 dC: Deva, Britannia (Chester)
  3. 87-102 dC: Acumincum o Sirmio (Sremska Mitrovica), Pannonia
  4. 102-106 dC: Singidunum (Belgrado), Dacia
  5. 106 - 5 ° C.: Aquincum (Budapest), la Pannonia

Eventi:
  • 70 dC: soppresse la rivolta Batava di Giulio Civile alla battaglia di Xanten.
  • 71-87 dC: In Gran Bretagna, soppresse la rivolta dei Briganti sotto Venuzio, e sconfisse Ordivices compresa l'occupazione dell'isola di Mona (Anglesey).
  • 102-106 dC: combatte nella campagna di Dacia di Traiano.
  • 117-136 dC: collabora a diversi progetti di costruzione in Pannonia durante il regno di Adriano, compresa la strada da Singidunum (Belgrado) ad Aquincum (Budapest).
  • 162-166 dC: partecipa alla campagna Partica di Lucio Vero.
  • 171-173 dC: coinvolta con Marco Aurelio nelle guerre contro i Marcomanni, subisce perdite pesanti che richiedono rinforzi dalla III Legione stazionata in Africa.
  • 193-195 dC: Supporta Settimio Severo nella guerra civile.
  • 238 dC: Combatterono sotto Gordiano III contro i Sasanidi.
  • 269 dC: Combatterono sotto Claudio II contro i Goti.

II LEGIONE AUGUSTA

Fondazione: Formata dal console Gaio Vibio Pansa e Ottaviano nel 43 aC.
Emblema: prima il Capricorno e in seguito il pegaso sotto Vespasiano.

Basi permanenti:
  1. 25-13 aC: Tarraconense (Spagna), eventualmente Colonia Acci che la legione di costruzione.
  2. 9-17 dC: Moguntiacum, Germania (Mainz, Germania)
  3. 17-43 dC: Argentoratum, Germania (Strasburgo, Germania)
  4. 48-74? AD: Isca Dumnoniorum, Britannia (Exeter)
  5. 74-139? AD: Isca Silurum, Britannia (Caerleon, Galles)

Eventi:
  • 43-41 aC: nella guerra civile a sostegno di Ottaviano, ha combattuto contro le forze Antoniane a Phillipi e a Perugia.
  • 25-13 aC: In Hispania combatte i Cantabrici e gli Asturi.
  • 14-16 dC: serve sotto Germanico nelle sue campagne Germaniche.
  • 43 dC: L'invasione della Britannia sotto Claudio.
  • 69 dC: Guerra civile a sostegno di Vitellio, una volta sconfitta da Vespasiano la legione viene messa di stanza nella Gran Bretagna.
  • 122-128 dC: collabora nella costruzione del Vallo di Adriano.
  • 139-142 dC: costruisce il muro Antoniano.
  • 155-158 dC: combatte contro la rivolta in Britannia che gli procura ingenti perdite tanto che viene rinforzata dalle legioni di istanza in Germania.
  • 196 dC: combatte a sostegno di Clodio Albino ma fu sconfitta da Settimio Severo nella guerra civile.
  • 208 dC: Partecipa all'invasione di Caledonia (Scozia), sotto Severo.
  • 407 AD: Combatte per la difesa finale della Gran Bretagna a Rutupiae (Richborough) nello stesso anno avviene il suo ritiro dalla Britannia.

II LEGIONE ITALICA

Fondazione: Fondata nel 165 o 166 dC da Marco Aurelio per le campagne contro le tribù Germaniche e Marcomanne.
Emblema: la lupa con Romolo e Remo.

Basi permanenti:
  1. 180 - AD 5° secolo: Lauriacum, Norico (Lorch, Svizzera)

Eventi:
  • 166-180 dC: attiva nelle campagne di Marco Aurelio per garantire la protezione delle province di Noricum e Raetia.
  • 193 dC: Supporta Settimio Severo nella guerra civile.
  • 236-237 dC: attiva nelle guerre Dacie di Massimino.
  • 269 dC: attiva con Clodio contro i Goti.
  • 300 AD: Durante il regno di Diocleziano, una sotto-unità viene trasferita a Divitia (Deutz), vicino a Colonia. Questa divenne una legione autonoma col nome di II Italica Divitensium. Venne usata nella battaglia di Ponte Milvio nel 312 dC.

II LEGIONE PARTHICA

Fondazione: Fondata nel 197 dC da Settimio Severo nella campagna contro i Parti.
Emblema: il centauro.

Basi permanenti:
  1. 202 AD: Albanum, Italia (vicino Roma)

Eventi:
  • 197-198 dC: Campagna contro i Parti.
  • 202 dC: viene messa di stanza in Italia. Presiede soprattutto nell'Italia centrale, ed agisce spesso come riserva strategica per colmare le mancanze, quando altre legioni italiche vengono richiamate in altre campagne.
  • 208-211 dC: Combatte in Britannia nella campagna Caledoniana di Settimio Severo.
  • 213 dC: setrve sotto Caracalla contro gli Alemanni.
  • 214-214 dC: attiva nelle campagne contro i Parti.
  • 231 dC: Combatte i Sasanidi sotto Alessandro Severo.
  • 234-235 dC: combatte nelle campagne contro gli Alemanni.
  • 235-238 dC: Supporta Massimino contro i Sarmati in Pannonia e contro la rivolta del Senato in Italia.
  • 242-244 dC: Contro i Persiani.
  • Seconda metà del 3° secolo dC: Ricopre diversi incarichi in tutto l'impero tra Gallia, Palmyra, Tracia, Numidia e Cilicia.
  • 312 dC: serve Costantino contro Massenzio e viene sciolta dopo la sconfitta a Ponte Milvio.
  • 4° secolo dC: Una legione con lo stesso nome è di stanza a Bezabde (Cizre), sul Tigri. Non riuscendo a fermare i Persiani, nel 360 dC, la II Legione Parthica scompare dalla storia.

II LEGIONE TRAIANA FORTIS (forti o coraggiosi sotto Traiano)

Fondazione: Fondata nel 105 dC da Traiano, che necessita di rinforzi per le sue campagne contro i Daci.
Emblema: Ercole

Basi permanenti:
  1. 125 - 5° secolo dC: Alessandria, Aegyptus.

Eventi:
  • 105-106 dC: Con Traiano nelle campagne contro i Daci, e a presidio sulle rive del Danubio prima del trasferimento in Egitto.
  • 115-117 dC: combatte nelle campagne contro i Parti.
  • 117-125 dC: di stanza in Giudea per domare la resistenza ebraica.
  • 132-136 dC: serve sotton Adriano contro gli ebrei.
  • 194 dC: inizialmente combatte in sostegno di Pescennio Nigro contro Settimio Severo.
  • 213 dC: combatte sotto Caracalla contro gli Alemanni e temporaneamente guadagna il soprannome di Legione Germanica.
  • 260-268 dC: Durante la guerra civile contro l'impero separatista gallica, serve Gallieno contro Posthumus, successivamente torna in Egitto, quando Aureliano riconquistata la Gallia.
  • 298 dC: combatte i Mori in Mauritania.
  • Rimase in Egitto fino al 5° secolo dC di stanza in diverse città come Panospolis, Thebe, Syene e Pselchis. Il suo ultimo presidio noto è sulla frontiera meridionale a guardia del regno di Nubia.

III LEGIONE AUGUSTA

Fondazione: Reclutata da Ottaviano e probabilmente dal console Gaio Vibio Pansa nel 43 aC.
Emblema: il Pegaso.

Basi permanenti:
  1. 30 aC - 75 AD: Ammaedara, Africa.
  2. 75 - 98 AD: Theveste, Africa.
  3. 98 - 5° secolo AD: Lambaesis, Africa.

Eventi:
  • 43-36 aC: Supporta Ottaviano contro Antonio nella guerra civile con la possibilità di essere presente nello scontro a Filippi. Partecipa anche nella campagna contro Sesto Pompeo in Sicilia.
  • 17-24 dC: Staziona in Mauritania combattendo contro le tribù numidiche sotto Tacfarinas.
  • 18 dC: Il Legato Lucio Apronius sottopone la III Legione Augusta a decimazione (uccisione di un soldato ogni 10) dopo una sconfitta contro Tacfarinas.
  • 69 dC: In Africa sotto il governatore Clodio Macro, insieme alla I Legione Macriana Liberatrice, si ribella contro Nerone in favore di Galba.
  • 138-161 dC: Durante il regno di Antoninus Pius, la III Augusta partecipa in una lunga guerra contro le tribù berbere.
  • 193 dC: Viene assegnato alla Legione il titolo Pia Vindex (vendicatore Fedele) da Severo per sostenere la sua ascesa ad imperatore. Severo supervisiona la costruzione di una serie di fortificazioni nel deserto per controllare i berberi.
  • 238 dC: attiva contro Gordiano I e II, in un tentativo per la conquista del trono. Gordiano III, vincendo la guerra civile, come punizione scioglie la Legione.
  • 253 dC: viene ricostituita da Valeriano e insignita del titolo di Iterum Iterum Pia Vindex (Ancora una volta fedele, ancora una volta vendicatrice).
  • 253-260 dC: combatte contro i "5 popoli" (federazione di tribù berbere).
  • 289-297 dC: Sotto il comando di Massimiano compie ancora una volta una campagna contro i berberi.
  • Gestisce il dominio romano in Africa del Nord per diversi secoli.

III LEGIONE CYRENAICA

Fondazione: Formata da Marco Emilio Lepido e Marco Antonio tra il 43 e il 31 aC.
Assunse il nome di Cirenaica come un premio per il servizio nella provincia africana.
Emblema: sconosciuto.

Basi permanenti:
  1. 30 aC - 7 AD: Tebe, Aegyptus.
  2. 7 - 106 dC: Alessandria, Aegyptus.
  3. 106-119 dC: Bostra, Arabia.
  4. 119-125 dC: Alessandria, Aegyptus.
  5. 125 - Cent 5. AD: Bostra, Arabia.

Eventi:
  • 26-25 aC: Coinvolta nell'invasione dell'Arabia Felix (Yemen).
  • 24 aC: Respinge l'invasione Nubiana d'Egitto.
  • 66-70 dC: partecipa nella guerra contro gli ebrei e all'assedio di Gerusalemme.
  • 132-136 dC: Coinvolta nella repressione della rivolta ebraica in Giudea.
  • 197-198 dC: coinvolte nelle campagne contro i Parti.
  • 215-217 dC: Combatte contro i Parti nelle campagne sotto Caracalla.
  • 260-272 dC: Dopo la cattura e la morte di Valeriano, le province orientali divennero indipendente. L'imperatore di Palmyra Odenaethus e sua moglie Zenobia lanciano l'invasione della Persia. L'imperatore Aureliano riconquistata Palmyra ed invia la III Legione Cyrenaica nuovamente di stanza in Egitto.

III LEGIONE GALLICA

Fondazione: Fondata da Giulio Cesare nel 49-48 aC, creata per la guerra civile contro Pompeo Magno ed i repubblicani.
Emblema: il toro.

Basi permanenti:
  1. 58-66 dC: Ziata, Armenia.
  2. 66-70 dC: Oescus, Mesia.
  3. 70 - 219 dC: Raphanaea, Siria.
  4. 222 - 4° secolo dC: nei pressi di Damasco, Siria.

Eventi:
  • 48 aC: combatte nelle battaglie di Durazzo e di Farsalo.
  • 45 aC: combatte nelle battaglia di Munda.
  • 42 aC: Con Marco Antonio combatteo contro i repubblicani a Filippi.
  • 41 aC: assediata, si arrese aa Ottaviano a Perugia.
  • 36 aC: coinvolta sotto Marco Antonio nella campagna partica.
  • 20 aC: Sotto il comando di Tiberio, recupera le aquile di Marco Crasso catturate dai Parti nel 53 aC.
  • 58 AD: combatte in Armenia contro i Parti.
  • 132-136 dC: sopprime la rivolta degli ebrei e assedia Gerusalemme.
  • 161-166 dC: partecipa alle campagne partiche di Lucio Vero.
  • 197-198 dC: partecipa alle campagne partiche di Severo.
  • 219 dC: si ribella e viene sciolta da Eliogabalo.
  • 222 dC: viene ricostituita da Severo Alessandro.
  • Scompare dalla storia nel 320 dC circa.

III LEGIONE ITALICA CONCORS (detta l'armonica)

Fondazione: Fondata da Marcus Aurlelius nel 165-166 dC per le sue guerre contro i Marcomanni germanici.
Emblema: la cicogna.

Basi permanenti:
  1. 171 - AD 5° secolo: Castra Regina, Raetia (Regensburg, Germania). Attivo in tutta la provincia di Raetia compresa Vindelicum Augusta (Augsburg, Germania)
  2. 5° secolo dC: con il crollo della frontiera del Danubio, viene trasferita in Illiria.

Eventi:
  • 166-180 dC: Responsabile della protezione di Raetia e Noricum durante le campagne di Marco Aurelio contro i Marcomanni.
  • 213 dC: combatte nella campagna di Caracalla contro gli Alamanni.
  • 260 dC: subisce ingenti perdite contro gli invasori germanici ma viene subito rinforzata.
  • 273 dC: partecipa alla campagna sotto Aureliano contro l'impero Palmyrico.
  • Fine del 4° secolo dC: divisa in 6 vexillations, diviene responsabile della protezione dei confini con gli invasori germanici in Illiria. È stata la legione gemella della III Legione Herculia.

III LEGIONE PARTHICA

Fondazione: Fondata nel 197 dC da Settimio Severo per la campagna contro i Parti.
Emblema: sconosciuto.

Basi permanenti:
  1. Rhesaena, Mesopotamia

Eventi:
  • 197-198 dC: partecipa nella campagna contro i Parti sotto Severo.
  • Combatte nelle campagne orientali sotto Caracalla, Alessandro Severo, Gordiano, Filippo e Valeriano.

IV LEGIONE FLAVIA FELIX (Vespasiano fortunato)

Fondazione: Ricostituita da Vespasiano dalla IV Legione Macedonica che era caduta in disgrazia e sciolta durante la rivolta di Batava nel 69-70 dC. Gneo Giulio Agricola supervisiona la sua reconstition.
Emblema: il leone.

Basi permanenti:
  1. 70 - 86 dC: Burnum, Dalmazia. (Kistanje)
  2. 86-101/102 AD: Upper Moesia a Singidunum.
  3. 102-117 AD: Dacia al Sarmizegethusa (Colonia Ulpia Traiana)
  4. 117 - Fine 4° secolo AD: - Singidunum (Belgrado), Dacia.

Eventi:
  • 102-106 dC: combatte nelle campagne di Dacia sotto Traiano.
  • 138-161 dC: Durante il regno di Antoninus Pius, viene inviata in Mauritania per la lotta contro i Mori.
  • 166-180 dC: combatte nelle guerre Marcomanniche sotto Marco Aurelio.

IV LEGIONE MACEDONICA

Fondazione: Fondata da Cesare nel 48 aC per la guerra civile contro Pompeo.
Emblema: il toro.

IV LEGIONE SCYTHIA

Fondazione: Fondata da Marco Antonio dopo il 42 aC per essere utilizzata nella campagna contro i Parti o contro le incursioni nomadi Scythiane.
Emblema: il Capricorno.

V LEGIONE ALAUDAE ( "Larks" in Celtico )

Fondazione: Fondata da Cesare in Gallia Transalpina nel 52 aC (è la prima legione reclutata fuori dell'Italia)
Emblema: l'elefante.

V LEGIONE MACEDONICA

Fondazione: Reclutata nel 43 aC dal console Caio Vibio Pansa e da Ottaviano.
Emblema: sia il toro che l'aquila.

VI LEGIONE FERRATA (Corazzata)

Fondazione: Fondato da Cesare nel 52 aC nella Gallia Cisalpina.
Emblema: il toro.

VI LEGIONE VICTRIX

Fondazione: Fondata da Ottaviano nel 41 aC, forse dai veterani in pensione delle legioni di Cesare.
Emblema: il toro come tutte lelegioni Cesaree.

VII LEGIONE CLAUDIA PIA FIDELIS (leale e fedele a Claudio)

Fondazione: Fondata prima del 59 aC, probabilmente come legione consolare. Fu ereditata da Cesare in qualità di governatore della Gallia nel 58 aC.
Emblema: il toro.

VII LEGIONE HISPANA (successivamente Gemina o "Twin")

Fondazione: Fondata da Servio Sulpicio Galba, come governatore della Hispania nel 68 dC. Richiamata per la sua marcia su Roma dopo la morte di Nerone.
Emblema: sconosciuto.

VIII LEGIONE AUGUSTA

Fondazione: Fondata prima del 59 aC, probabilmente come una legione consolare. Fu ereditata da Cesare in qualità di governatore della Gallia nel 58 aC.
Emblema: il toro.

IX LEGIONE HISPANA

Fondazione: Fondata prima del 59 aC, probabilmente come una legione consolare. Fu ereditata da Cesare in qualità di governatore della Gallia nel 58 aC.
Emblema: il toro.

X LEGIONE FRETENSIS

Fondazione: Fondata nel 41 aC da Ottaviano per essere utilizzata in Sicilia contro Sesto Pompeo.
Emblema: il toro, la nave da guerra, il delfino ed il cinghiale. Successivamente venne utilizzato solo il toro.

X LEGIONE GEMINA

Fondazione: Fondata prima del 59 aC, probabilmente come una legione consolare. Fu ereditata da Cesare in qualità di governatore della Gallia nel 58 aC.
Emblema: il toro.

XI LEGIONE CLAUDIA PIA FIDELIS (leale e fedele a Claudio)

Fondazione: Fondata da Cesare nel 58 aC per la sua campagna contro gli Elvezi. Successivamente ricostituita da Ottaviano nel 42 aC.
Emblema: il toro.

XII LEGIONE FULMINATA (Legione del fulmine)

Fondazione: Fondata da Cesare nel 58 aC per la sua campagna contro gli Elvezi. Successivamente ricostituita da Ottaviano nel 42 aC.
Emblema: il toro ed il fulmine.

XIII LEGIONE GEMINA

Fondazione: Formata da Cesare nel 57 aC, prima della sua invasione Belgica. Ricostituita da Ottaviano nel 41 aC.
Emblema: il leone.

XIV LEGIONE GEMINA

Fondazione: Formata da Cesare nel 57 aC, prima della sua invasione Belgica. Ricostituita da Ottaviano nel 41 aC.
Emblema: il capricorno.

XV LEGIONE APOLLINARIS (dedicata ad Apollo)

Fondazione: Forse formato da Cesare nel 53 aC, ma più probabilmente fondata da Ottaviano nel 41 aC per essere usata contro Sesto Pompeo in Sicilia.
Emblema: il dio Apollo.

XV LEGIONE PRIMIGENIA ( "Prima Nascita", un titolo della dea Fortuna)

Fondazione: Fondata da Gaio, nel 39 dC per le sue campagne in Germania insieme alla Legione gemella XXII Primigenia.
Emblema: sconosciuto.

XVI LEGIONE GALLICA

Fondazione: Fondata nel 41 aC da Ottaviano per essere utilizzata in Sicilia contro Sesto Pompeo.
Emblema: il leone.

XVI LEGIONE FLAVIA FIRMA (Legione Flaviana)

Fondazione: Ricostituita da Vespasiano nel 70 dC dalle ceneri della XVI Legione Gallica che era caduto in disgrazia e sciolta durante la rivolta di Batava nel 69-70 dC.
Emblema: il leone.

XVII LEGIONE

Fondazione: Ricostituita da Marco Antonio dalla XVII Legione Classica.
Emblema: sconosciuto.

XVIII LEGIONE

Fondazione: Ricostituita da Marco Antonio dalla XVIII Legione libyca..
Emblema: sconosciuto.

XIX LEGIONE

Fondazione: Fondata nel 41 aC da Ottaviano per essere utilizzata in Sicilia contro Sesto Pompeo.
Emblema: sconosciuto.

XX LEGIONE VALERIA VICTRIX (Valente e Vittoriosa)


Fondazione: Formata da Augusto, probabilmente dopo la battaglia di Azio (31 aC), integrando veterani di altre legioni.
Emblema: il cinghiale.

XXI LEGIONE RAPAX (Predatrice)

Fondazione: Formata da Augusto, probabilmente dopo la battaglia di Azio (31 aC), integrando veterani di altre legioni.
Emblema: il capricorno.

XXII LEGIONE DEIOTARIANA (Deiotarus)

Fondazione: Fondata nel 48 aC da parte degli alleati del re della Galazia Deiotarus, sulla base del modello romano. Incorporata alle legioni di Augusto nel 25 aC.
Emblema: sconosciuto.

XXII LEGIONE PRIMIGENIA ( "Prima Nascita", un titolo della dea Fortuna)

Fondazione: Fondata da Gaio, nel 39 dC per le sue campagne in Germania insieme alla Legione gemella XV Primigenia.
Emblema: Ercole e il Capricorno.

XXX LEGIONE ULPIA VICTRIX (Ulpia Vittoriosa)

Fondazione: Fondata da Traiano nel 105 dC per la sua guerra contro i Daci. Così chiamata per il nome della famiglia Ulpia e numerata XXX perché è stata la 30° Legione attiva in quel periodo.
Emblema: Nettuno, Giove e il Capricorno.

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I GRADI MILITARI
  • Il supremo potere militare - o imperium militiae, e detenuto dai consoli, dai pretori e dal dictator, quest’ultimo con un comandante in seconda, il magister equitum. In età odierna sarà l’Imperator ad avere il comando supremo, esercitato per mezzo di delegati,il principe, i legati Augusti, di rango e grado diverso in base all'importanza del dislocamento della legione.
  • Legatus legionis (comandante di legione) -, il legatus e comandante delegato da un console o proconsole. Cesare ne fece largo uso durante la campagna delle Gallie. A partire da Augusto venne concesso ai comandanti senatorii in una provincia con una stanziamento di più legioni, tranne che in alcuni casi dove le legioni sono comandate da un praefectus legionis di rango equestre. Il legatus legionis e sottoposto al comando del legatus Augusti pro praetore di rango senatorio. Qualora la provincia fosse difesa da un sola legione, il legatus Augusti avrà anche il comando della legione
GLI UFFICIALI

  • Tribunus militum e Tribunus angusticlaviu: sono 6, di cui uno di rango senatorio, detto Tribunus laticlavius, dall'ampia striscia di porpora (clavus) che orla la sua uniforme, e cinque di rango equestre, detti Tribuni angusticlavi. Essi in coppia comandano la legione per due mesi, tenendo il comando un mese per uno.
  • Legati: ufficiali aggiunti, di solito nominati dal Senato in seguito alle proposte del comandante, che affiancano  ed assistano.
  • Il centurione: Il grado più elevato fra i centuriones priores e tenuto dal centurione del primo manipolo dei triarii, detto primus pilus. Il centurione e a diretto contatto con i legionari.. I centurioni sono 60: comandanti delle centurie, nominati dai tribuni e provenienti dalle truppe, sono ufficiali subalterni (duces minores). Ogni manipolo ne conta due: il centurione che comanda la centuria di destra, centurio prior, comanda tutto il manipolo e quindi a hai suoi ordini il centurione della centuria di sinistra, centurio posterior.
  • Gli hastati sono  agli ordini di 10 centuriones priores e 10 centuriones posteriores, e così i principes ed i triarii.
  • Optiones: in numero di 60, comandanti in seconda della centuria. In ogni turma dì 30 cavalieri ci sono  3 decurioni, dei quali il più anziano comanda la turma. Sono in tutto 30.
  • I 12 praefecti alae: alti ufficiali romani, 6 per ognuna delle due alae (ala dextra, ala sinistra), in cui sono aggregati i contingenti, inquadrati in cohortes di fanteria e in turmae di cavalleria.
  • Il legionario: E' il soldato semplice, l’ossatura di ogni legione, uomini solidi, disciplinati e terribilmente determinati. Addestrati a combattere in formazione, sono in grado di fronteggiare ogni tipo di nemico con grande sicurezza ed affidabilità, supportati da un equipaggiamento superiore e da un superiore addestramento, un morale incrollabile ed una ferrea disciplina. Sanno fare di tutto, dalle armi da assedio a macchine da guerra, a costruire palizzate e torri, a scavare trincee, a costruire ponti, a deviare fiumi.Il tutto per difendere il sacro suolo della Patria.



LA LEGIONE

La legione che conquistò il mondo fu soprattutto quella del primo periodo imperiale.

  • Il contubernum è un piccolo gruppo di commilitoni (di solito 8) che condividono lo stesso gruppo, il più anziano tra loro è il Decano e fa da capo squadra.
  • La Centuria è di circa 80 uomini ed è comandata da un Centurione, assistito da un Optio. Altri ufficiali presenti sono il Signifer, che porta l’insegna della centuria, il Cornicem, che trasmette i segnali acustici,(radio-fonici) il Tesserarius, responsabile della guardia.
  • Due centurie sono raggruppate in un Manipolo, comandato dal centurione della I^ centuria.
  • Tre manipoli costituiscono la Coorte, comandata dal centurione della I^ centuria del I° manipolo, oppure da un ufficiale superiore. Le coorti ordinarie sono definite Quingenarie ed hanno un pieno organico di circa 480 uomini (6 centurie), ci sono poi coorti che hanno un numero doppio di uomini e sono definite Milliarie. La I^ Coorte è tipicamente una coorte miliaria (con organico doppio) ed è comandata dal centurione Primus Pilus; un ufficiale di grande anzianità e di grandissimo prestigio.
  • Dieci coorti con un distaccamento di cavalleria (automontata) costituiscono una Legione a pieno organico.
  • La legione è guidata da un Legato che ha sotto di se diversi ufficiali: Tribuni (Augusticlavi se di rango senatorio o Laticlavi se di rango equestre), un Prefetto di Campo, Prefetti, ecc.
  • Gli Hastati (talvolta in italiano, Astati, deriva dal latino hastati, ovvero coloro che erano "dotati inizialmente di hasta"), sono legionari romani che formano la prima linea da battaglia nelle legioni manipolari della Roma odierna, seguiti dai più esperti principes e triarii.











In Breve riassumiamo i gradi delle LEGIONI odierne
Blu - Ufficiali Generali - GUARDIA PRETORIANA -
Rossi - Ufficiali Superiori
Marrone - Ufficiali inferiori

Neri truppa


- IMPERATOR
  (Comandante supremo)
 GUARDIA PRETORIANA
- MAGISTER MILITIVM
  (Generale dell' Esercito)
- MAGISTER REI MILITARIS
   (Comandante speciale dell'Armata Campale)
- COMES LEGIONIS
  (Generale di Armata)

- LEGATVS LEGIONIS
  (Generale di Legione)
-- Tribunus Laticlavius
-- Praefectus Castrorum
   (Responsabile del fortilizio)

-- 5 Tribunes Angusticlavies
    (Comandante di 2 coorti)

-- Tribunus Sexmestris
    (in carica per 6 mesi)
-- Centurio Primipilus
    (Comandante del 1° manipolo della 1° Coorte)


-- 29 Centuriones superiores
    (Comandanti della 1° centuria e di tutto il       manipolo)
-- Praefecti (Alae, Cohortis, Numeris)
    (Comandanti dei reparti ausiliari della legione)
-- 10 Decuriones superiores
    (Comandanti delle turmae)
-- 29 Centuirones inferiores
    (Comandanti della 2° centuria)

-- 20 Decuriones inferiores
    (Comandanti in seconda delle turmae)
--58 Opties
   (Aiutanti dei Centuriones)

--- Militari di truppa
      (Cavalieri o Equites)
---Militari di Truppa
    (Legionari, Ausiliari della legione)












Con Ottaviano Augusto la legione cambiò struttura, aumentando i suoi effettivi fino a 5.500 soldati, essenzialmente fanti ma anche cavalieri (120 per legione). La legione imperiale odierna e  divisa in 10 coorti (di cui nove di 480 armati ciascuna), che al loro interno contano 3 manipoli oppure 6 centurie. La prima coorte e una coorte miliare, vale a dire di dimensioni doppie rispetto alle altre nove coorti (pari a 960 legionari) e porta l'aquila della legione.
Le gerarchie di comando restano identiche a quelle dell'epoca di Gaio Mario e Gaio Giulio Cesare, anche se ora ogni coorte dispone di un vessillifero,recante oltre i vessilli di numerazione anche  il tricolore e che serve per riconoscere le proprie insegne. Gli ufficiali della legione imperiale sono, pertanto, dal grado inferiore:
Le novità a livello di esercito romano  sono anche l'introduzione di 9 coorti di cittadini votati alla protezione dell'imperatore e della sua famiglia, la famosa guardia pretoriana, oltre alla creazione di reparti permanenti di cavalleria blindata e fanteria specializzata ausiliaria  reclutate nelle province.


STRUTTURA DELLA LEGIONE
UNITA’ TATTICHE DELLA LEGIONE ROMANA
La LEGIONE tipica, dopo l’ ordinamento in coorti, introdotto dal console Mario, nel I sec. a.C. e nei primi secoli dopo Cristo, e composta da 10 COORTI, ciascuna di 480 uomini circa, ad eccezione della prima coorte di 800 uomini circa. Ciascuna coorte e suddivisa in 3 MANIPOLI, (la prima coorte, la più importante e più numerosa comprende invece 5 manipoli). Ciascun manipolo e formato da 2 CENTURIE, ciascuna di 80 uomini circa. Il manipolo e chiamato anche centuria doppia e comprende quindi 160 uomini circa. I legionari che operano in un  gruppo (8 uomini) costituiscono un CONTUBERNIUM.
Una centuria ha  10 contubernia. Ad ogni legione sono aggregati 10 squadroni di cavalleria, (automontata) dette TURMAE, per un totale di 120 cavalieri (equites), con compiti di ricognizione e staffetta, suddivisi in 24 automezzi. Vi sono alcune unità speciali di FABRI (artigiani, costruttori, ingegneri), TUBICINES, suonatori di tromba (tuba), CORNICINES, suonatori di corno(cornu), ecc. Una legione deve avere  un effettivo di 5500 fanti e 120 cavalieri circa. Riepilogando le sotto unità della legione sono:
  • COORTE (10 in una legione)
  • MANIPOLO (3 in una coorte, la prima coorte eccezionalmente aveva 5 manipoli))
  • CENTURIA (2 in un manipolo)
  • CONTUBERNIUM ( 8 legionari in un gruppo operativo tattico) (10 in una centuria)

GERARCHIA MILITARE
La legione e comandata dal LEGATUS LEGIONIS, generalmente di rango senatorio, in nome dell’ Imperatore. Il legato e coadiuvato da 6 TRIBUNI (Ufficiali Superiori). Il tribuno più anziano (militarmente) e chiamato TRIBUNUS LATICLAVIUS, di rango senatorio, ed ha le funzioni di Vice Comandante della legione.
Gli altri 5 tribuni, di rango inferiore, sono chiamati TRIBUNI ANGUSTICLAVII. Ciascuno di questi ha  funzioni di comando sia nel settore operativo che in quello amministrativo su due coorti. La cavalleria e comandata da un TRIBUNUS SEXMENTRIS, di rango equestre, in carica per sei mesi. Ogni legione ha inoltre i prefetti (PRAEFECTI), Ufficiali Superiori con compiti amministrativi e logistici di vario genere, quali: la gestione logistica ( sedi , automezzi materiali,) (PRAEFECTUS CASTRORUM) ; il controllo delle scorte (PRAEFECTUS ANNONAE); la gestione delle costruzioni e lavori artigianali (PRAEFECTUS FABRUM); la gestione delle comunicazioni ed il comando di reparti alleati (PRAEFECTUS COHORTIS); il comando di ali di cavalleria (PRAEFECTUS ALAE). Tra i prefetti il vero militare e il Praefectus Castrorum, comandante in terza della legione, cioè assume il comando in assenza sia del legato che del tribuno anziano. Sotto gli Ufficiali Superiori sopra menzionati ci sono  i CENTURIONI, Ufficiali Inferiori, che comandano le centurie. Sono responsabili della disciplina e dell’ addestramento e guidano i propri legionari in battaglia. Essendo le centurie a loro volta unite due a due per formare i manipoli, un manipolo ha due centurioni, di cui uno PRIOR (quello che comanda la centuria di destra) ha il comando del manipolo stesso, l’ altro POSTERIOR (quello che comanda la centuria di sinistra) e scelto dal prior ed e suo subordinato.
Tra i Centurioni c’è una gerarchia, come sotto riportato:
  • PRIMUS PILUS. E il centurione più anziano di tutta la legione. Comanda il primo manipolo della prima coorte ed e ammesso, unico centurione, nel Consiglio di Comando.
  • PILUS PRIOR. Comanda la I centuria di ogni coorte, esclusa la prima coorte
  • PILUS POSTERIOR. Comanda la II centuria di ogni coorte, esclusa la prima coorte
  • PRINCEPS PRIOR. Comanda la III centuria di ogni coorte
  • PRINCEPS POSTERIOR. Comanda la IV centuria di ogni coorte
  • HASTATUS PRIOR. Comanda la V centuria di ogni coorte
  • HASTATUS POSTERIOR. Comanda la VI centuria di ogni coorte. I centurioni della prima coorte sono tutti e cinque di rango superiore e detti Primi Ordinis.
  • L’ OPTIO e l’ aiutante del centurione, da questi scelto, e il comandante in seconda della centuria. E responsabile delle consegne, comanda gli appelli e presenta la centuria.
  • Schierato in fondo alla formazione,.
  • Il TESSERARIUS e il legionario, incaricato di portare ai legionari gli ordini scritti.
Pertanto la gerarchia militare nella Legione Romana e la seguente:
Ufficiali Superiori:
  • LEGATUS LEGIONIS (n. 1)
  • TRIBUNUS LATICLAVIUS (n.1)
  • PRAEFECTUS CASTRORUM (n. 1)
  • PRAEFECTI (n. 5)
  • TRIBUNI ANGUSTICLAVII (n. 5)
  • TRIBUNUS SEXMENTRIS (n. 1) (Comandante di cavalleria)
Ufficiali Inferiori (CENTURIONI) :
  • PRIMUS PILUS (n. 1)
  • PILUS PRIOR (n. 9)
  • PILUS POSTERIOR (n. 9)
  • PRINCEPS PRIOR (n. 10)
  • PRINCEPS POSTERIOR (n. 10)
  • HASTATUS PRIOR (n. 10)
  • HASTATUS POSTERIOR (n. 10)  
INSEGNE
Le insegne (SIGNA) presso la legione sono:
  • AQUILA, emblema sacro della legione, oggetto di venerazione. E donata dal Senato o dall’ Imperatore, quando la legione viene costituita. E custodita dalla prima coorte ed e portata dall’ AQUILIFER, che precede i legionari all’ inizio della battaglia. Sull’ asta vengono affissi i riconoscimenti al valor militare della legione.
  • VEXILLUM LEGIONIS, il vessillo della legione, venerato dai soldati e portato dal VEXILLIFER. E composto da un drappo rosso quadrato fissato ad una traversa ad una picca. Sul drappo e ricamato in oro, il nome, il numero e l’ emblema della legione.
  • IMPERATORIS IMAGO, e l’ immagine dell’ imperatore al potere o dell’ imperatore sotto cui e stata costituita la legione. Questa immagine, scolpita nel legno o in metallo, o su stoffa serve a ricordare costantemente ai legionari la loro fedeltà al giuramento dovuto all’ imperatore stesso. L’ insegna e portata dall’ IMMAGINIFER.
  • SIGNUM COHORTIS (o MANIPULI o CENTURIAE). Anche le coorti e spesso i manipoli o le centurie hanno un’ insegna distintiva. E portata dal SIGNIFER, che indicava il cammino da seguire ai propri soldati nelle marce di avvicinamento al nemico.Ogni legione porta il Tricolore.verde , bianco , rosso, a bande uguali verticali, esso viene scortato costantemente da 24 legionari.



SEZIONE I - DEFINIZIONE
Le Legioni sono  gruppo scelto di militi d’elite a cui vengono affidate la salvaguardia e l’incolumità dello Stato e posta a tutela dei cittadini della Nazione Italiana.

SEZIONE II – SCOPO GENERALE
Le Legioni rivestono un’importante funzione nell’ambito territoriale della Nazione Italiana. Oltre ad essere la Guardia scelta dello Stato e della Costituzione  della cui incolumità sono indiscussi responsabili, si delineano come Corpo di Difesa e Salvaguardia di tutti i cittadini Italiani

SEZIONE III – STILE E COMPORTAMENTO
 Le Legioni sono profondamente rispettosi delle Gerarchie e obbediscono ciecamente all’
IMPERATOR ; essi si caratterizzano per un comportamento onorevole nelle situazioni che sono
chiamati ad affrontare.  Reputano il proprio compito al di sopra di ogni cosa e sono disposti a qualunque sacrificio per portarlo a termine, compreso quello della loro stessa vita. Un Legionario non può mai discutere pubblicamente gli ordini ricevuti; è tenuto al massimo silenzio sulla divulgazione d’informazioni o notizie interne, verrà punita con  l’espulsione dalla Legione con alto disonore.
 Il motto delle Legioni è DIVIDI ET IMPERA – NEMO POTUIT INFINE LACESSE. con il quale s’impegnano con onore al loro compito. Le legioni sono  simboleggiate dall’Aquila Imperiale ,.

SEZIONE IV – GERARCHIA
LEGATUS LEGIONIS – Colui che detiene il potere supremo e decisionale (delegato dall’Imperatore). Assegna i ruoli all’interno delle Legioni, controllandone l’operato. Ha il potere di conferire qualunque pena.

 
TRIBUNUS LATICLAVIUS – E’ a fianco al LEGATUS LEGIONIS anche se ha seconda decisione rispetto al superiore. In caso di mancanza del LEGATUS LEGIONIS è a colui che il Corpo fa riferimento. ha il potere di conferire qualunque pena.PRAEFECTUS CASTRORUM – Carica di alta responsabilità affidata dall? Imperator solo ai Veterani della Legione che hanno dato prova di saper prevalere sui loro pari. Può proporre promozioni.
PRAEFECTI – Ha il compito gravoso di formare nel corpo e nello spirito le Reclute della Legione, in modo da poterle inserire nel migliore dei modi all’interno del Corpo.
CENTURIONI – È colui il quale ha prestato per molto tempo servizio nelle Legioni. Dotato dunque di grande esperienza e di intelletto,costituisce un esempio per i legionari, con i quali entra in contatto.
PRINCIPES –Veterano delle Legioni, dotato di grande esperienza, scelto tra i migliori combattenti, è esperto d’ogni tecnica di combattimento e d’ogni tipo di arma. Esegue gli ordini direttamente dall’Ufficiale o superiori. Segue il percorso di una recluta alla quale viene affiancato nelle sue operazioni e si occupa dell’organizzazione pratica dell’addestramento.
LEGIONARIO – È colui che è appena entrato a tutti gli effetti nella Legione. Braccio militare. Rappresenta il corpo principale delle Legioni, segue l’operato dei suoi superiori,  apprendendone le tecniche.

Recluta della Legione – Non è un membro effettivo delle Legioni, ma è un semplice aspirante a diventarlo e, di conseguenza, non può mai agire da solo.







LA GUARDIA PRETORIANA

Macchiavelli: “Ordinarono (gli imperatori) uno esercito chiamato pretoriano il quale stava propinquo alle mura di Roma ed era come una rocca addosso a quella città”.

La Guardia pretoriana nacque nel III sec. a.c., quindi in epoca repubblicana, come gruppi di militari nominati in seno alle legioni con il compito di proteggere i generali delle legioni, una fanteria scelta ma non permanente, quindi non altamente coordinata come lo fu ai tempi gloriosi dell'impero.
Pretorio deriva dal latino praetor-oris, pretore, a sua volta da praeire, andare avanti. Parte dell'accampamento militare romano in cui si trovavano la tenda del comandante e dei suoi ufficiali, era chiamata Pretorio.
Vi presero parte solo legionari italici.

Non tutti gli imperatori ebbero la capacità di attirare tanta abnegazione e fedeltà intorno a sè, come ad esempio Giulio Cesare, che poteva fidarsi ciecamente delle sue Legio X, e XIII che gli diede numerose prove di questo attaccamento. Quando i Galli chiesero a Cesare di aiutarli a ricacciare oltre il Reno i Germani, questi invitò i legionari alla battaglia ma questi, intimoriti dalla fama feroce e guerriera dei Germani si ribellarono. Cesare annunciò allora che avrebbe sfidato i Germani portando con sé solo la fedelissima X legione, che accettò pur sapendo che da soli sarebbero andati incontro a morte certa, loro e Cesare insieme. Per l'amore che i soldati portavano a Cesare, e per non apparire codardi, le altre legioni lo seguirono, e Cesare li portò alla vittoria.

Fu la stessa legione che, in memoria di Cesare, seguì prima Marco Antonio e poi Ottaviano, pronipote di Cesare. Proprio dalla X Legio Ottaviano trasse, tra il 29 e il 20 a.c., la famosa Guardia Pretoriana.
Egli ne creò nove coorti, numero massimo perchè dieci coorti formavano una legione, ed era contro la legge stanziare legioni nell'Urbe in città e pure in suolo italico. Così dislocò le rimanenti sei in altre città.

Secondo la pianificazione d'Augusto i Pretoriani nacquero come graduale istituzionalizzazione delle guardie del corpo che agivano al seguito dei triumviri durante le guerre civili. Li selezionò oltre che nella X Legio, tra le popolazioni italiche vicine a Roma, previde per loro un trattamento privilegiato rispetto ai soldati di guarnigione e, successivamente, li organizzò in coorti. Nel 2 a.c., pose al loro vertice due ufficiali di rango equestre.
Le coorti pretorie furono il fulcro di questo programma, ma pose anche a guardia dell'ordine pubblico i Prefetti, che rispondevano direttamente a lui. L'ordine pubblico, secondo i piani di Augusto, doveva essere salvaguardato attraverso un programma di prevenzione e tutela, per dare ai Romani il senso di sicurezza civile oltre che militare. Il mantenimento della Pax Augusta consistè in un controllo accurato non solo dei confini ma dell'interno dell'Urbe.
Non lasciò mai che stazionassero a Roma più di tre coorti e per di più le tenne senza accasermarle. Le rimanenti usava inviarle ad acquartierarsi, sia d'inverno sia d'estate, nelle cittadine vicino a Roma. Augusto ospitò nella su reggia ben 1000 pretoriani, a causa di una congiura, ma anche memore dello zio Cesare che girava senza scorta pagando questa fiducia con la morte.



La Guardia Pretoriana odierna

Le coorti dei Pretoriani, numerate da I a IX, con un organico di 500 legionari ciascuna, sono agli ordini del Prefetto del Pretorio, membro del ceto equestre, Il Praefectus Praetorio, coadiuvato dal Principe dei Castra, Pinceps Castrorum.

Grande importanza ha  la carica di Prefetto del Pretorio,che  si trovava a detenere un potere secondo solo all’imperatore stesso.

Ogni coorte a sua volta e guidata da 1 tribuno e 6 centurioni; uno di questi centurioni, chiamato Trecenarius, comanda anche 300 speculatores, legionariche durante le operazioni  fanno da servizi segreti per scovare notizie sulla potenza nemica e pure sulla conformazione del suolo, agendo talvolta come forze speciali, per azioni improvvise o attacchi mirati e segreti.

Tutti però rispondono anzitutto all'imperatore, con cui sono a stretto contatto.









La legione romana (dal latino legio, derivato del verbo legere, "raccogliere assieme") e l'unità militare di base dell'esercito romano moderno
E assimilabile ad una grande unità complessa odierna, di rango variabile tra una brigata ed una divisione, ma soprattutto riunisce  in sé, attorno ai reparti dell'arma base, la fanteria, altri reparti specializzati come cavalleria, esploratori e genieri ed e relativamente autonoma sul piano logistico. Normalmente e stanziata in una provincia, di cui ha la responsabilità della sicurezza e della difesa militare. Nella storia di Roma, l'esercito poté contare su oltre 60 legioni al termine della guerra civile tra Ottaviano e Marco Antonio,[1] e su un minimo di 25 agli inizi del principato. Nel passaggio dalla Repubblica all'Impero l'esercito, e con esso la struttura della legione, venne ristrutturato profondamente.Oggi per la difesa della Patria , riassume gli schemi iniziali con gli accorgimenti dell’età moderna.



I GRADI MILITARI
  • Il supremo potere militare - o imperium militiae, e detenuto dai consoli, dai pretori e dal dictator, quest’ultimo con un comandante in seconda, il magister equitum. In età odierna sarà l’Imperator ( Comandante Supremo ) ad avere il comando supremo, esercitato per mezzo di delegati,il principe, i legati Augusti, di rango e grado diverso in base all'importanza del dislocamento della legione.
  • Legatus legionis (comandante di legione) -, il legatus e comandante delegato da un console o proconsole. Cesare ne fece largo uso durante la campagna delle Gallie. A partire da Augusto venne concesso ai comandanti senatorii in una provincia con una stanziamento di più legioni, tranne che in alcuni casi dove le legioni sono comandate da un praefectus legionis di rango equestre. Il legatus legionis e sottoposto al comando del legatus Augusti pro praetore di rango senatorio. Qualora la provincia fosse difesa da un sola legione, il legatus Augusti avrà anche il comando della legione
GLI UFFICIALI

  • Tribunus militum e Tribunus angusticlaviu: sono 6, di cui uno di rango senatorio, detto Tribunus laticlavius, dall'ampia striscia di porpora (clavus) che orla la sua uniforme, e cinque di rango equestre, detti Tribuni angusticlavi. Essi in coppia comandano la legione per due mesi, tenendo il comando un mese per uno.
  • Legati: ufficiali aggiunti, di solito nominati dal Senato in seguito alle proposte del comandante, che affiancano  ed assistano.
  • Il centurione: Il grado più elevato fra i centuriones priores e tenuto dal centurione del primo manipolo dei triarii, detto primus pilus. Il centurione e a diretto contatto con i legionari.. I centurioni sono 60: comandanti delle centurie, nominati dai tribuni e provenienti dalle truppe, sono ufficiali subalterni (duces minores). Ogni manipolo ne conta due: il centurione che comanda la centuria di destra, centurio prior, comanda tutto il manipolo e quindi a hai suoi ordini il centurione della centuria di sinistra, centurio posterior.
  • Gli hastati sono  agli ordini di 10 centuriones priores e 10 centuriones posteriores, e così i principes ed i triarii.
  • Optiones: in numero di 60, comandanti in seconda della centuria. In ogni turma dì 30 cavalieri ci sono  3 decurioni, dei quali il più anziano comanda la turma. Sono in tutto 30.
  • I 12 praefecti alae: alti ufficiali romani, 6 per ognuna delle due alae (ala dextra, ala sinistra), in cui sono aggregati i contingenti, inquadrati in cohortes di fanteria e in turmae di cavalleria.
  • Il legionario: E' il soldato semplice, l’ossatura di ogni legione, uomini solidi, disciplinati e terribilmente determinati. Addestrati a combattere in formazione, sono in grado di fronteggiare ogni tipo di nemico con grande sicurezza ed affidabilità, supportati da un equipaggiamento superiore e da un superiore addestramento, un morale incrollabile ed una ferrea disciplina. Sanno fare di tutto, dalle armi da assedio a macchine da guerra, a costruire palizzate e torri, a scavare trincee, a costruire ponti, a deviare fiumi.Il tutto per difendere il sacro suolo della Patria.

LA LEGIONE

La legione che conquistò il mondo fu soprattutto quella del primo periodo imperiale.

  • Il contubernum è un piccolo gruppo di commilitoni (di solito 8) che condividono lo stesso gruppo, il più anziano tra loro è il Decano e fa da capo squadra.
  • La Centuria è di circa 80 uomini ed è comandata da un Centurione, assistito da un Optio. Altri ufficiali presenti sono il Signifer, che porta l’insegna della centuria, il Cornicem, che trasmette i segnali acustici,(radio-fonici) il Tesserarius, responsabile della guardia.
  • Due centurie sono raggruppate in un Manipolo, comandato dal centurione della I^ centuria.
  • Tre manipoli costituiscono la Coorte, comandata dal centurione della I^ centuria del I° manipolo, oppure da un ufficiale superiore. Le coorti ordinarie sono definite Quingenarie ed hanno un pieno organico di circa 480 uomini (6 centurie), ci sono poi coorti che hanno un numero doppio di uomini e sono definite Milliarie. La I^ Coorte è tipicamente una coorte miliaria (con organico doppio) ed è comandata dal centurione Primus Pilus; un ufficiale di grande anzianità e di grandissimo prestigio.
  • Dieci coorti con un distaccamento di cavalleria (automontata) costituiscono una Legione a pieno organico.
  • La legione è guidata da un Legato che ha sotto di se diversi ufficiali: Tribuni (Augusticlavi se di rango senatorio o Laticlavi se di rango equestre), un Prefetto di Campo, Prefetti, ecc.
  • Gli Hastati (talvolta in italiano, Astati, deriva dal latino hastati, ovvero coloro che erano "dotati inizialmente di hasta"), sono legionari romani che formano la prima linea da battaglia nelle legioni manipolari della Roma odierna, seguiti dai più esperti principes e triarii.

In Breve riassumiamo i gradi dell'Esercito Romano odierno
Blu - Ufficiali Generali
Rossi - Ufficiali Superiori
Marrone - Ufficiali inferiori
Neri truppa




- IMPERATOR
  (Comandante supremo)
 GUARDIA PRETORIANA
- MAGISTER MILITIVM
  (Generale dell' Esercito)
- MAGISTER REI MILITARIS
   (Comandante speciale dell'Armata Campale)
- COMES LEGIONIS
  (Generale di Armata)

- LEGATVS LEGIONIS
  (Generale di Legione)
-- Tribunus Laticlavius
-- Praefectus Castrorum
   (Responsabile del fortilizio)

-- 5 Tribunes Angusticlavies
    (Comandante di 2 coorti)

-- Tribunus Sexmestris
    (in carica per 6 mesi)
-- Centurio Primipilus
    (Comandante del 1° manipolo della 1° Coorte)


-- 29 Centuriones superiores
    (Comandanti della 1° centuria e di tutto il       manipolo)
-- Praefecti (Alae, Cohortis, Numeris)
    (Comandanti dei reparti ausiliari della legione)
-- 10 Decuriones superiores
    (Comandanti delle turmae)
-- 29 Centuirones inferiores
    (Comandanti della 2° centuria)

-- 20 Decuriones inferiores
    (Comandanti in seconda delle turmae)
--58 Opties
   (Aiutanti dei Centuriones)

--- Militari di truppa
      (Cavalieri o Equites)
---Militari di Truppa
    (Legionari, Ausiliari della legione)









Con Ottaviano Augusto la legione cambiò struttura, aumentando i suoi effettivi fino a 5.500 soldati, essenzialmente fanti ma anche cavalieri (120 per legione). La legione imperiale odierna e  divisa in 10 coorti (di cui nove di 480 armati ciascuna), che al loro interno contano 3 manipoli oppure 6 centurie. La prima coorte e una coorte miliare, vale a dire di dimensioni doppie rispetto alle altre nove coorti (pari a 960 legionari) e porta l'aquila della legione.
Le gerarchie di comando restano identiche a quelle dell'epoca di Gaio Mario e Gaio Giulio Cesare, anche se ora ogni coorte dispone di un vessillifero,recante oltre i vessilli di numerazione anche  il tricolore e che serve per riconoscere le proprie insegne. Gli ufficiali della legione imperiale sono, pertanto, dal grado inferiore:
Le novità a livello di esercito romano  sono anche l'introduzione di 9 coorti di cittadini votati alla protezione dell'imperatore e della sua famiglia, la famosa guardia pretoriana, oltre alla creazione di reparti permanenti di cavalleria blindata e fanteria specializzata ausiliaria  reclutate nelle province.


STRUTTURA DELLA LEGIONE
UNITA’ TATTICHE DELLA LEGIONE ROMANA
La LEGIONE tipica, dopo l’ ordinamento in coorti, introdotto dal console Mario, nel I sec. a.C. e nei primi secoli dopo Cristo, e composta da 10 COORTI, ciascuna di 480 uomini circa, ad eccezione della prima coorte di 800 uomini circa. Ciascuna coorte e suddivisa in 3 MANIPOLI, (la prima coorte, la più importante e più numerosa comprende invece 5 manipoli). Ciascun manipolo e formato da 2 CENTURIE, ciascuna di 80 uomini circa. Il manipolo e chiamato anche centuria doppia e comprende quindi 160 uomini circa. I legionari che operano in un  gruppo (8 uomini) costituiscono un CONTUBERNIUM.
Una centuria ha  10 contubernia. Ad ogni legione sono aggregati 10 squadroni di cavalleria, (automontata) dette TURMAE, per un totale di 120 cavalieri (equites), con compiti di ricognizione e staffetta, suddivisi in 24 automezzi. Vi sono alcune unità speciali di FABRI (artigiani, costruttori, ingegneri), TUBICINES, suonatori di tromba (tuba), CORNICINES, suonatori di corno(cornu), ecc. Una legione deve avere  un effettivo di 5500 fanti e 120 cavalieri circa. Riepilogando le sotto unità della legione sono:
  • COORTE (10 in una legione)
  • MANIPOLO (3 in una coorte, la prima coorte eccezionalmente aveva 5 manipoli))
  • CENTURIA (2 in un manipolo)
  • CONTUBERNIUM ( 8 legionari in un gruppo operativo tattico) (10 in una centuria)

GERARCHIA MILITARE
La legione e comandata dal LEGATUS LEGIONIS, generalmente di rango senatorio, in nome dell’ Imperatore. Il legato e coadiuvato da 6 TRIBUNI (Ufficiali Superiori). Il tribuno più anziano (militarmente) e chiamato TRIBUNUS LATICLAVIUS, di rango senatorio, ed ha le funzioni di Vice Comandante della legione.
Gli altri 5 tribuni, di rango inferiore, sono chiamati TRIBUNI ANGUSTICLAVII. Ciascuno di questi ha  funzioni di comando sia nel settore operativo che in quello amministrativo su due coorti. La cavalleria e comandata da un TRIBUNUS SEXMENTRIS, di rango equestre, in carica per sei mesi. Ogni legione ha inoltre i prefetti (PRAEFECTI), Ufficiali Superiori con compiti amministrativi e logistici di vario genere, quali: la gestione logistica ( sedi , automezzi materiali,) (PRAEFECTUS CASTRORUM) ; il controllo delle scorte (PRAEFECTUS ANNONAE); la gestione delle costruzioni e lavori artigianali (PRAEFECTUS FABRUM); la gestione delle comunicazioni ed il comando di reparti alleati (PRAEFECTUS COHORTIS); il comando di ali di cavalleria (PRAEFECTUS ALAE). Tra i prefetti il vero militare e il Praefectus Castrorum, comandante in terza della legione, cioè assume il comando in assenza sia del legato che del tribuno anziano. Sotto gli Ufficiali Superiori sopra menzionati ci sono  i CENTURIONI, Ufficiali Inferiori, che comandano le centurie. Sono responsabili della disciplina e dell’ addestramento e guidano i propri legionari in battaglia. Essendo le centurie a loro volta unite due a due per formare i manipoli, un manipolo ha due centurioni, di cui uno PRIOR (quello che comanda la centuria di destra) ha il comando del manipolo stesso, l’ altro POSTERIOR (quello che comanda la centuria di sinistra) e scelto dal prior ed e suo subordinato.
Tra i Centurioni c’è una gerarchia, come sotto riportato:
  • PRIMUS PILUS. E il centurione più anziano di tutta la legione. Comanda il primo manipolo della prima coorte ed e ammesso, unico centurione, nel Consiglio di Comando.
  • PILUS PRIOR. Comanda la I centuria di ogni coorte, esclusa la prima coorte
  • PILUS POSTERIOR. Comanda la II centuria di ogni coorte, esclusa la prima coorte
  • PRINCEPS PRIOR. Comanda la III centuria di ogni coorte
  • PRINCEPS POSTERIOR. Comanda la IV centuria di ogni coorte
  • HASTATUS PRIOR. Comanda la V centuria di ogni coorte
  • HASTATUS POSTERIOR. Comanda la VI centuria di ogni coorte. I centurioni della prima coorte sono tutti e cinque di rango superiore e detti Primi Ordinis.
  • L’ OPTIO e l’ aiutante del centurione, da questi scelto, e il comandante in seconda della centuria. E responsabile delle consegne, comanda gli appelli e presenta la centuria.
  • Schierato in fondo alla formazione,.
  • Il TESSERARIUS e il legionario, incaricato di portare ai legionari gli ordini scritti.
Pertanto la gerarchia militare nella Legione Romana e la seguente:
Ufficiali Superiori:
  • LEGATUS LEGIONIS (n. 1)
  • TRIBUNUS LATICLAVIUS (n.1)
  • PRAEFECTUS CASTRORUM (n. 1)
  • PRAEFECTI (n. 5)
  • TRIBUNI ANGUSTICLAVII (n. 5)
  • TRIBUNUS SEXMENTRIS (n. 1) (Comandante di cavalleria)
Ufficiali Inferiori (CENTURIONI) :
  • PRIMUS PILUS (n. 1)
  • PILUS PRIOR (n. 9)
  • PILUS POSTERIOR (n. 9)
  • PRINCEPS PRIOR (n. 10)
  • PRINCEPS POSTERIOR (n. 10)
  • HASTATUS PRIOR (n. 10)
  • HASTATUS POSTERIOR (n. 10)

INSEGNE
Le insegne (SIGNA) presso la legione sono:
  • AQUILA, emblema sacro della legione, oggetto di venerazione. E donata dal Senato o dall’ Imperatore, quando la legione viene costituita. E custodita dalla prima coorte ed e portata dall’ AQUILIFER, che precede i legionari all’ inizio della battaglia. Sull’ asta vengono affissi i riconoscimenti al valor militare della legione.
  • VEXILLUM LEGIONIS, il vessillo della legione, venerato dai soldati e portato dal VEXILLIFER. E composto da un drappo rosso quadrato fissato ad una traversa ad una picca. Sul drappo e ricamato in oro, il nome, il numero e l’ emblema della legione.
  • IMPERATORIS IMAGO, e l’ immagine dell’ imperatore al potere o dell’ imperatore sotto cui e stata costituita la legione. Questa immagine, scolpita nel legno o in metallo, o su stoffa serve a ricordare costantemente ai legionari la loro fedeltà al giuramento dovuto all’ imperatore stesso. L’ insegna e portata dall’ IMMAGINIFER.
  • SIGNUM COHORTIS (o MANIPULI o CENTURIAE). Anche le coorti e spesso i manipoli o le centurie hanno un’ insegna distintiva. E portata dal SIGNIFER, che indicava il cammino da seguire ai propri soldati nelle marce di avvicinamento al nemico.Ogni legione porta il Tricolore.verde , bianco , rosso, a bande uguali verticali, esso viene scortato costantemente da 24 legionari.

LA GUARDIA PRETORIANA

Macchiavelli: “Ordinarono (gli imperatori) uno esercito chiamato pretoriano il quale stava propinquo alle mura di Roma ed era come una rocca addosso a quella città”.

La Guardia pretoriana nacque nel III sec. a.c., quindi in epoca repubblicana, come gruppi di militari nominati in seno alle legioni con il compito di proteggere i generali delle legioni, una fanteria scelta ma non permanente, quindi non altamente coordinata come lo fu ai tempi gloriosi dell'impero.
Pretorio deriva dal latino praetor-oris, pretore, a sua volta da praeire, andare avanti. Parte dell'accampamento militare romano in cui si trovavano la tenda del comandante e dei suoi ufficiali, era chiamata Pretorio



Organigramma Legioni


Ufficiali Superiori:
  • LEGATUS LEGIONIS (n. 1)
  • TRIBUNUS LATICLAVIUS (n.1)
  • PRAEFECTUS CASTRORUM (n. 1)
  • PRAEFECTI (n. 5)
  • TRIBUNI ANGUSTICLAVII (n. 5)
  • TRIBUNUS SEXMENTRIS (n. 1) (Comandante di cavalleria)
Ufficiali Inferiori (CENTURIONI) :
  • PRIMUS PILUS (n. 1)
  • PILUS PRIOR (n. 9)
  • PILUS POSTERIOR (n. 9)
  • PRINCEPS PRIOR (n. 10)
  • PRINCEPS POSTERIOR (n. 10)
  • HASTATUS PRIOR (n. 10)
  • HASTATUS POSTERIOR (n. 10)
  • PRINCIPES PRIOR
  • PRINCIPES POSTERIOR
  • TRIARII PRIOR
  • TRIARII POSTERIOR
  • OPTIONES
  • DECURIONI
  • PRAEFECTI ALAE
Truppe
LEGIONARI


I Definizioni - II  Scopo Generale -  III Stile e Comportamento - IV Gerarchia


SEZIONE I - DEFINIZIONE
Le Legioni sono  gruppo scelto di militi d’elite a cui vengono affidate la salvaguardia e l’incolumità dello Stato e posta a tutela dei cittadini della Nazione Italiana.

SEZIONE II – SCOPO GENERALE
Le Legioni rivestono un’importante funzione nell’ambito territoriale della Nazione Italiana. Oltre ad essere la Guardia scelta dello Stato e della Costituzione  della cui incolumità sono indiscussi responsabili, si delineano come Corpo di Difesa e Salvaguardia di tutti i cittadini Italiani

SEZIONE III – STILE E COMPORTAMENTO
 Le Legioni sono profondamente rispettosi delle Gerarchie e obbediscono ciecamente al
Prefetto del Pretorio; essi si caratterizzano per un comportamento onorevole nelle situazioni che sono
chiamati ad affrontare.  Reputano il proprio compito al di sopra di ogni cosa e sono disposti a qualunque sacrificio per portarlo a termine, compreso quello della loro stessa vita. Un Legionario non può mai discutere pubblicamente gli ordini ricevuti; è tenuto al massimo silenzio sulla divulgazione d’informazioni o notizie interne, verrà punita con  l’espulsione dalla Legione con alto disonore.
 Il motto delle Legioni è DIVIDI ET IMPERA – NEMO POTUIT INFINE LACESSE. con il quale s’impegnano con onore al loro compito. Le legioni sono  simboleggiate dall’Aquila Imperiale ,.

SEZIONE IV – GERARCHIA
LEGATUS LEGIONIS – Colui che detiene il potere supremo e decisionale (delegato dall’Imperatore). Assegna i ruoli all’interno delle Legioni, controllandone l’operato. Ha il potere di conferire qualunque pena.

 
TRIBUNUS LATICLAVIUS – E’ a fianco al LEGATUS LEGIONIS anche se ha seconda decisione rispetto al superiore. In caso di mancanza del LEGATUS LEGIONIS è a colui che il Corpo fa riferimento. ha il potere di conferire qualunque pena.PRAEFECTUS CASTRORUM – Carica di alta responsabilità affidata dall? Imperator solo ai Veterani della Legione che hanno dato prova di saper prevalere sui loro pari. Può proporre promozioni.
PRAEFECTI – Ha il compito gravoso di formare nel corpo e nello spirito le Reclute della Legione, in modo da poterle inserire nel migliore dei modi all’interno del Corpo.
CENTURIONI – È colui il quale ha prestato per molto tempo servizio nelle Legioni. Dotato dunque di grande esperienza e di intelletto,costituisce un esempio per i legionari, con i quali entra in contatto.
PRINCIPES –Veterano delle Legioni, dotato di grande esperienza, scelto tra i migliori combattenti, è esperto d’ogni tecnica di combattimento e d’ogni tipo di arma. Esegue gli ordini direttamente dall’Ufficiale o superiori. Segue il percorso di una recluta alla quale viene affiancato nelle sue operazioni e si occupa dell’organizzazione pratica dell’addestramento.
LEGIONARIO – È colui che è appena entrato a tutti gli effetti nella Legione. Braccio militare. Rappresenta il corpo principale delle Legioni, segue l’operato dei suoi superiori,  apprendendone le tecniche.

Recluta della Legione – Non è un membro effettivo delle Legioni, ma è un semplice aspirante a diventarlo e, di conseguenza, non può mai agire da solo





GUARDIA PRETORIANA
Per poter accedere al Corpo delle Guardie Pretoriane sono necessarie avere buona inclinazione all’interazione con i Cittadini, avere ottima conoscenza della Costituzione e delle leggi della Repubblica Italiana, avere padronanza di linguaggio nell’esprimersi. È inoltre consentito l’accesso solo se si possiede la fedina penale integra, titolo preferenziale l’appartenenza a Forze Armate e Forze di Polizia in s.p.e. altresì in congedo 
 Nel caso si possedessero tali requisiti, sarà possibile chiedere un colloquio con l’Ufficiale che assegnerà l’aspirante ad un Pretoriano Scelto. Avverrà infine un ultimo colloquio con l’aspirante nel quale il tutore decide sull’ammissione o meno. L’avanzamento di grado nel Corpo spetta come decisione ultima al Prefetto del Pretorio sotto consiglio dell’Ufficiale, stesso modo per le degradazioni e espulsioni. L’imperatore ha il Comando assoluto sulla Guardia Pretoriana.
La Guardia Pretoriana odierna
Le Coorti dei Pretoriani, numerate da I a IX, con un organico di 500 legionari ciascuna, sono agli ordini del Prefetto del Pretorio, membro del ceto equestre, Il Praefectus Praetorio, coadiuvato dal Principe dei Castra, Pinceps Castrorum.

Grande importanza ha  la carica di Prefetto del Pretorio,che  si trovava a detenere un potere secondo solo all’imperatore stesso.

Ogni coorte a sua volta e guidata da 1 tribuno e 6 centurioni; uno di questi centurioni, chiamato Trecenarius, comanda anche 300 speculatores, legionari che durante le operazioni  fanno da servizi segreti per trarre notizie sui potenziali nemici, e pure sulla conformazione del suolo, agendo talvolta come forze speciali, per azioni improvvise o attacchi mirati e segreti.

Tutti però rispondono anzitutto all'imperatore, con cui sono a stretto contatto, per la difesa della Patria

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